ASCOLI PICENO – Gli ultimi giorni di gennaio una donna disperata, dopo aver ricevuto l’ennesimo messaggio di morte da parte dell’ex compagno, temendo seriamente per l’incolumità propria e della loro figlia di pochi anni, decideva di fuggire dalla sua abitazione per rifugiarsi dai genitori: di tale situazione pensava bene di avvisare il “113”, spiegando che da ormai alcune settimane riceveva tali minacce.

Il personale in quel momento in servizio all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, apprese le dinamiche dei fatti descritti, immediatamente inviava le Volanti nel quartiere di residenza dei genitori della donna, ben conoscendo l’uomo segnalato come persona estremamente violenta e solita a tali comportamenti.

L’intuizione si dimostrava risolutiva, in quanto gli agenti bloccavano l’uomo a poca distanza dall’abitazione dove si era rifugiata la sua ex compagna, impedendo un più che probabile suo atto violento.

In seguito, personale della Squadra Mobile e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Ascoli Piceno, specializzati nella trattazione di reati relativi a violenze di genere e familiari, in applicazione delle recenti disposizioni emanate con il “codice rosso”, ha posto in essere delle attività di tutela della denunciante, effettuando nel contempo in brevissimo tempo i riscontri del caso, acquisendo così inequivocabili elementi probatori che consentivano alla Procura di Ascoli Piceno di richiedere una misura coercitiva a carico del violento.

Il Gip di Ascoli Piceno, altrettanto celermente, al fine di scongiurare una possibile escalation degli episodi violenti emetteva a carico dell’indagato un ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, misura eseguita nel primo pomeriggio dell’11 febbraio.

La situazione viene continuamente monitorata, anche con l’ausilio dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.


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