SINTESI Ore davvero confuse tra Ancona e Roma. Dopo l’annullamento dell’ordinanza emessa lunedì con una telefonata di Conte durante la conferenza stampa di presentazione, quest’oggi il presidente della Regione Marche Ceriscioli ha partecipato ad una riunione in videoconferenza con Conte e il Consiglio dei Ministri. Nel pomeriggio Ceriscioli ha rifirmato una nuova ordinanza (chiusura scuole, università, musei e stop manifestazioni pubbliche fino al 4 marzo) ma poco dopo il Governo ha criticato duramente questa decisione e in tarda serata i ministri Boccia, Azzolina e Manfredi hanno ufficializzato l’impugnazione dell’ordinanza. Ceriscioli ha dichiarato però che non tornerà indietro.

Mercoledì intanto niente scuole. In giornata si capirà meglio cosa accadrà nei giorni a venire.

ORE 23:15 MINISTRA AZZOLINA SU LA7 INTERVISTATA DA FLORIS Le scuole sono fondamentali, sono un cluster fondamentali, mai e poi mai metterei a rischio i miei studenti. Il governatore delle Marche è stato il solo a sfilarsi quando stamattina non ha detto una parola, era d’accordo anche lui di lasciare aperte le scuole. Poi ci siamo ritrovati con un comunicato che abbiamo appreso. La politica deve rimanere lucida e razionale.

Il criterio di base è quello di distinguere tre aree: l’area dei focolai, quelle circostanti e il resto dell’Italia. Lei, Floris, capisce bene l’importanza che hanno le scuole. Che senso ha chiuderle dove non abbiamo problemi di focolai? Creiamo un problema enorme alle famiglie. Sono chiuse in Lombardia, Veneto, Piemonte perché sono state fatte delle ordinanze fino al 1° marzo, e poi Liguria e Friuli.

Floris: Non c’è un paradosso che nelle Marche è stato trovato un caso? (deve essere verificato domani, ndr)

Azzolina: Non è un focolaio, in Liguria è stata fatta prima che venissero prese le decisioni. Io capisco la paura di studenti e genitori e capisco la preoccupazione, ma la politica deve essere razionale. Noi facciamo le nostre valutazioni assieme alle massime autorità sanitarie.

ORE 23 UFFICIALE ORDINANZA IMPUGNATA – COMUNICATO BOCCIA, AZZOLINA E MANFREDI Il governo ha deciso di impugnare l’ordinanza della Regione Marche che dispone la chiusura delle scuole fino al 4 marzo in conseguenza dell’emergenza Coronavirus. “Con la sua decisione unilaterale di firmare un’ordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il governatore Luca Ceriscioli si sfila dall’accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell’incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all’impegno preso con tutti gli altri Governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate. L’accordo raggiunto questa mattina prevede infatti di uniformare le azioni di contrasto alla diffusione del coronavirus in tutti i territori definiti no cluster, ovvero non direttamente interessati dai focolai. In particolare, non prevede per questi territori, incluse quindi le Marche, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università. Lo affermano il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell’Istruzione Lucia Azzolina e dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, in una nota congiunta.

Che continuano: “L’impianto dell’accordo, da cui prende vita l’ordinanza attesa nelle prossime ore, è stato condiviso anche dalla Conferenza delle Regioni. Con la sua decisione, Ceriscioli – che peraltro nel corso della riunione di questa mattina non ha mai messo in discussione l’impianto dell’ordinanza – si sottrae a quel coordinamento e a quella condivisione fin qui proficuamente portati avanti dal governo insieme a tutte le Regioni e agli enti locali nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini italiani”.

“La sua decisione, peraltro, non trova riscontro in nessuna disposizione sin qui prevista dalle competenti autorità scientifiche che supportano l’azione del governo nella gestione di questa emergenza. Appare semmai del tutto sproporzionata, contraddicendo il principio di proporzionalità delle misure fin qui adottato dal governo. Pertanto, il governo procederà a impugnare attraverso l’Avvocatura generale dello Stato l’ordinanza della Regione Marche” termina il comunicato.

21:50 Nel Consiglio dei Ministri appena concluso non vi sono stati riferimenti alla questione dell’ordinanza della Regione Marche, probabilmente la situazione verrà affrontata domani, mercoledì.

21:30 CERISCIOLI A SKYTG24 “Il ministro Boccia mi ha detto che il governo avrebbe impugnato il mio atto, io ho detto che non facevo un passo indietro rispetto alla proposta che ho fatto. Intanto lavoreremo a tutto quello che è stato fatto fino ad oggi, informare i cittadini, monitorare le situazione a rischio. Continueremo a lavorare come fatto in questi giorni. Il percorso di contrapposizione con il governo, che per si contrappone ad una linea già decisa da altre regioni, avrà le sue sedi”

21:22 ASKANEWS Coronavirus, Ceriscioli: Boccia mi ha detto Governo impugna ordinanza Coronavirus. Ceriscioli: Boccia mi ha detto Governo impugna ordinanza. Su chiusura scuole non farò passi indietro
“L’ultimo contatto col Governo è stato col ministro Boccia, che mi ha annunciava il provvedimento del Governo che avrebbe impugnato il mio. Ho detto che non avrei fatto un passo indietro”. Lo ha detto il presidente delle Marche, Luca Ceriscioli a SkyTg24.

ore 21:30 CERISCIOLI A SKYTG24: “Io mi sono consultato con professionisti e personale sanitario esattamente come lei. Non è il Presidente che si sveglia la mattina e scrive i provvedimenti da inserire nell’ordinanza. Sono passato precisamente attraverso il Gores, che è il nostro strumento che si attiva ad ogni emergenza sanitaria, ed ho seguito esattamente le indicazioni che mi hanno dato”.

 

Consiglio dei Ministri in Corso.

AGGIORNAMENTO ORE 21:10 Sembra certa l’impugnazione del governo dell’ordinanza. Il Corriere.it ha appena aggiornato un precedente articolo in cui si descriveva la decisione di Ceriscioli aggiungendo questo passaggio (virgolettato riferito a Ceriscioli): Ma poche ore dopo fa sapere che con il governo si aprirà un braccio di ferro: «il ministro Boccia mi ha detto che impugnerà l’ordinanza».

AGGIORNAMENTO ORE 20:30 ANSA Coronavirus:fonti governo, ordinanza Marche fuori linea Si valuta il da farsi, esecutivo potrebbe impugnare scelta – L‘ordinanza delle Marche per la chiusura delle scuole non rispetta la linea concordata oggi con le regioni che sono fuori dall’area del contagio. E’ quanto spiegano fonti di governo. Tra l’esecutivo e il governatore sarebbero in corso in questi minuti contatti per cercare una soluzione. Ma, se Ceriscioli portasse fino in fondo la sua decisione, il governo potrebbe anche decidere di impugnarla. Perciò in questi minuti anche in Consiglio dei Ministri si starebbe discutendo sul da farsi.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Incredibile situazione nella Regione Marche. Dopo che lunedì mattina Ceriscioli aveva prima deciso la chiusura delle scuole e lo stop alle manifestazioni pubbliche, poi aveva annullato la sua decisione su richiesta del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oggi, a seguito dell’incontro in videoconferenza di questa mattina, Ceriscioli ha di nuovo emesso l’ordinanza ma la decisione ha creato grande malumore nella Presidenza del Consiglio.

Il motivo è da ricercare nel fatto che nelle Marche non si sono registrati casi di influenza da coronavirus e la decisione di Ceriscioli oltrepasserebbe le indicazioni date da Conte e dal Ministero della Salute durante l’incontro.

La notizia è stata appena confermata da TgSky24: “C’è da registrare una polemica nei confronti dell’ordinanza delle Marche perché non rispetta la linea con le regioni e a tal proposito il Consiglio dei Ministri potrebbe prendere delle decisioni in merito e impugnare l’ordinanza“.

Sempre a SkyTg24 anche Angelo Borrelli della Protezione Civile ha espresso delle critiche dirette verso Ceriscioli: “Ho sentito il presidente delle Marche Ceriscioli anche nel corso del pomeriggio. Non condivido questa scelta, è una scelta della Regione. Si sta operando per emanare questa ordinanza per tutte le regioni in cui non ci sono casi positivi e in cui si adotterà una regola comune anche per garantire ai cittadini un orientamento uniforme ed evitare la confusione”.


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