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ORE 19.40 Coronavirus, il “Madonna del soccorso” diventa un lazzaretto. Giusto così ma dopo? La riflessione del Direttore Nazzareno Perotti

ORE 19.30 Covid-19, controlli costanti nel Piceno. A San Benedetto e Monteprandone messaggi fonici: “Stare a casa”

ORE 19.15 La Samb non smette di lavorare: arrivano gli allenamenti a casa tramite WhatsApp

ORE 19 ALTRI 12 DECESSI NELLE MARCHE, il totale è 57 (nei dati Gores non risulta il decesso di ieri ad Ascoli). Scarica il Pdf GORES-arancione_160320_ore18

Così sono ripartiti i decessi: 59 Pesaro-Urbino, 6 Ancona, 2 Macerata, 2 Fermo.

ORE 18.30 MONTAGGIO DEI MINI OSPEDALI DA CAMPO A TORRETTE E A JESI
E’ cominciato questa mattina e terminerà nella giornata di mercoledì il montaggio dei mini ospedali da campo a Torrette di Ancona e a Jesi.
A Torrette la struttura si trova di fronte al pronto soccorso: sono 10 moduli per un totale di 20 posti letto in biocontenimento, cioè destinati ai pazienti che sono in attesa di risposta al tampone, in condizioni di sicurezza sanitaria. Si tratta dunque di un filtro, che consente l’ingresso in ospedale solo dopo il referto definitivo.
Anche all’ospedale di Jesi si sta procedendo al montaggio di una struttura per 6 posti letto, che saranno destinati al pronto soccorso dei pazienti Non Covid. La fine del montaggio è prevista per domani sera.

ORE 18 DECESSI NELLE MARCHE, ALTRI 12, TOTALE 59

ORE 18 SEGUI LA DIRETTA DELLA PROTEZIONE CIVILE, AGGIORNAMENTO NAZIONALE COVID-19

Angelo Borrelli (Protezione Civile): “414 guariti, un numero più elevato, per un totale di 2749. Sono 2470 i nuovi casi positivi anche se non abbiamo i dati di Puglia e provincia autonoma di Trento anche se il trend è in ribasso. Il totale attuale positivi 23.173 di cui 10177 in isolamento domiciliare, 1851 in terapia intensiva e registriamo purtroppo anche oggi 349 deceduti.

Aumentano le tende per il pre-triage e le forze in campo. Ringrazio i cittadini che stanno donando il sangue.

Le risorse stanziate oggi per la Protezione Civile sono quelle necessarie e sufficienti, e se ne serviranno altre sono sicuro che verranno messe a disposizione.

Il tema delle mascherine ci vede molto impegnati, registriamo in molti paese blocchi e interruzioni delle forniture dovute alle decisioni dei governi che interrompono l’esportazione. Ricevo tantissime richieste di aziende che si propongono per la produzione e nel decreto legge c’è una misura che consente di realizzarle sul territorio nazionale secondo standard sicure ma che non devono rispettare le procedure lunghe per avere una autorizzazione. Immaginiamo che a breve si avvii una produzione nazionale.

Ne abbiamo ordinate 50 milioni e questo valore è insufficiente rispetto alla dotazione mensile. La questione delle mascherine è nota a tutti: voglio ricordare che la gestione della Sanità è di competenza delle regioni, la Protezione Civile non produce né commercializza le mascherine. Io lavoro notte e giorno per cercare mascherine, camici, guanti. Il consume delle mascherine è decuplicato se non di più rispetto ai fabbisogni. Prendiamo atto che nel nostro paese non esistono produzioni di questo tipo, e la nomina del commissario Arcuri è anche per avviare che nel nostro paese si possano produrre mascherine in maniera strategica.

Se alla Fiera di Milano si realizzasse una struttura di terapia intensiva, io sarei la persona più contenta del mondo. Stiamo dando alla Lombardia i ventilatori e un programma di potenziamento compatibilmente con le altre regioni.

Stiamo aumentando del 100% i posti di terapia subintensiva e del 50% di terapia intensiva, si stanno formando spazi per la curva del Covid-19.

Franco Locatelli presidente Consiglio Superiore Sanità: Questa è una emergenza e il nostro paese sta mettendo in campo le migliori risorse e intelligenze per ridurne l’impatto per il sistema sanitario nazionale e per la salute dei cittadini.

Guardiamo il dato di decrescita degli aumenti come un bellissimo dato e andrà consolidato nel giro dei prossimi 1-2 giorni. L’auspicio è di vedere questo “decremento dell’incremento” e allora potremo anche dire di aver raggiunto un risultato importante per il paese.

C’è uno sforzo da parte del Ministero della Salute in collaborazione delle Regioni per rendere omogenei in tutto il territorio i piani di trattamento di pazienti affetti da Covid-19, con protocolli comuni e strategie per i pazienti più critici, ovvero chi necessita di supporto ventilatorio. Stiamo studiando l’applicazione di farmaci ad azione anti-virali sia strategia di trattamento per ridurre l’iper-infiammazione ai polmoni.

Stiamo quindi elaborando delle modalità innovative, dando risposte comunque immediate: questi studi clinici ci permetteranno di capire quanto nell’ambito di analisi ben condotte possiamo avere evidenza di efficacia delle due strategie.

Questo è il tempo del massimo rigore e massima attenzione per documentare la validità di approcci terapeutici che possono essere molto promettenti ma la cui efficacia deve essere comprovata senza emotività. Serve anche una responsabilità nella comunicazione, il che vuol dire adottare un metodo di lavoro degno della grande tradizione medico-scientifica di questo paese.

L’Italia in questo momento ha il maggior numero di soggetti colpiti da Covid19 ma ha gli strumenti per essere un punto di riferimento a livello internazionale e pioneristico.

Lo studio sarà importante anche per la raccolta dei dati dei pazienti trattati come usiamo dire con uso compassionevole, ovvero al di fuori degli standard.

Quello che vediamo oggi in termini di contagio riflette la situazione che avevamo 12-14 giorni fa, per vedere la riduzione del numero di soggetti contagiati e una riduzione marcata dell’impatto clinico sui pazienti da ricoverare e in terapia intensiva, vi è bisogno ancora di qualche giorno, per vedere con l’appropriato intervallo temporale per osservare l’efficacia delle misure di contenimento sulle quali crediamo.

Il numero dei contagi a Bergamo e Brescia non è anomalo.

Un virus per vivere e replicarsi ha bisogno di cellule, da solo non ce la fa, per capirci. Ecco perché è fondamentale pagare la massima attenzione alla prevenzione del contagio interumano. Abbiamo insistito sul concetto di distanza, abbandonare gli abbracci e le strette di mano per interrompere il meccanismo di trasmissione attraverso le goccioline di saliva. Questa è la modalità fondamentale di trasmissione.

Se poi le goccioline possano avere al loro interno delle cellule che albergano il virus, cadendo sulle superfici di lavoro o di altro, è possibile, ma per questo abbiamo elaborato nel decalogo del MinSalute l’importanza di lavarsi costantemente le mani per rimuovere anche questa possibile sorgente di infezione.

Questo tipo di modalità di contagio è assolutamente marginale rispetto al contagio interumano, sulla quale stiamo conducendo la nostra grande campagna di sensibilizzazione. Questo è un problema di responsabilità individuale e di comportamenti congrui per uscire il più velocemente possibile da questa situazione emergenziale. Da qui a prendere misure estreme come non introdurre in casa abiti o scarpe, ce ne corre.

Sul discorso del picco dei contagi, ovviamente va fatta una distinzione su scala globale o europea rispetto ad una scala nazionale. Per quello globale o europeo ci sono dei numeri dai quali si capisce che anche in altri paesi c’è un aumento sostanziale. In Italia contiamo che la situazione sia molto diversa proprio perché abbiamo messo delle misure restrittive come chiusura scuola o locali pubblici o altre forme di assembramento con l’obiettivo preciso di andare a prevenire questa grande ondata. Lo scenario che noi ci attendiamo è che le misure di contenimento italiane e che altri paesi adesso adottano, il che supporta la bontà delle azioni intraprese e delle decisioni adottate, hanno lo scopo di contenere il numero dei contagi.

Che il virus possa di fatto mantenere l’epidemia anche per qualche mese è possibile ma nessuno ha oggi dei dati inconfutabili per poter dire fino a quando. E’ chiaro che se guardiamo altre situazioni epidemiche del passato, tanto più efficaci saranno le politiche di contenimento tanto più riusciremo ad evitare altri episodi come quelli che viviamo.

Al di sotto dei 30 anni di età ad oggi non risultano soggetti che sono morti per infezione da coronavirus: questa è una bella notizia che sottolinea come i soggetti a rischio sono le persone anziane. I bambini possono infettarsi diventando, con un banale raffreddore o congiuntivite, ma possono trasmettere l’infezione a soggetti anziani.

La grande domanda è perché i bambini hanno una migliore capacità di gestire il coronavirus, forse perché il loro sistema immunitario incontra qualsiasi agente patogeno come nuovo? Il virus responsabile di Covid-19 non è l’unico coronavirus conosciuto nella patologia umana, magari ci daranno spunti utili anche per capire come reagiscono i soggetti più facili.

L’Italia è il paese che ad oggi ha fatto il numero più elevato di tamponi e sia il gruppo del Consiglio Superiore della Sanità che il Comitato Tecnico Scientifico hanno chiaramente identificato le categorie di pazienti meritevoli di un tampone, ovvero chi presenta gravi sintomi respiratori oppure in presenza di sintomi influenzali hanno l’indicazione a questo tipo di indagine se hanno una storia di contatto con soggetti con questo tipo di problema o da aree a rischio.

Vanno garantiti soprattutto i test a questi pazienti. Un allargamento indiscriminato è irrealistico e poco utile per le strategie di contenimento dell’infezione nel nostro paese.

Chiusura delle scuole: per raccomandare la proroga, rimando la decisione ai giorni più vicini alla scadenza del 3 aprile, ovvero alla fine del mese di marzo. Confermo quello che ho detto in una intervista: la misura ha avuto la sua efficacia altrimenti avremmo avuto una crescita assai più marcata, quanto poi a definire l’impatto in termine percentuali potrà definirlo solo indagini epidemiologiche a posteriori.

ORE 18 Piunti: “Restate in casa, uscite il meno possibile”. E chiede all’Anci e a Conte altre misure restrittive: “Chiudere lungomare”

ORE 17:30 LE COOPERATIVE SOCIALI MINACCIANO LO STOP PER ASSENZA DI MASCHERINE

ORE 17 ECCO L’EVOLUZIONE NELLE PROVINCE MARCHIGIANE

Domenica l’aumento dei contagiati nelle Marche è stato di 9,8% sul giorno precedente, grazia soprattutto al quasi azzeramento di nuovi casi a Pesaro e al rallentamento generalizzato nelle altre province tranne Ascoli, che però ha numeri ridotti.

ORE 16 “NOI INFERMIERI SENZA MASCHERINE FFP2 E FFP3”

ORE 15 SAN BENEDETTO OSPEDALE COVID-19, ECCO COME

ORE 13 AGGIORNAMENTO DATI GORES MARCHE

Test effettuati 3225; positivi 1242, negativi 1983.

Totale ricoverati 638; in terapia intensiva 110, non in terapia intensiva 528; isolamento domiciliare 547; totale deceduti 57.

Casi per provincia: Pesaro 733, Ancona 323, Macerata 117, Fermo 36, Ascoli 21.

Strutture di ricovero terapia intensiva: Pesaro Marche Nord 24, Ancona Torrette 22, Camerino 18, San Benedetto 10, Fermo e Civitanova 8, Jesi 7, Inrca Ancona 5, Senigallia e Urbino 4.

Isolamento domiciliare (persone che per precauzione sono a casa anche se non hanno effettuato tampone o non hanno ancora risposta) 3716, di cui 3236 asintomatici e 480 sintomatici – 408 operatori sanitari.

Pesaro: 1466 di cui 1216 asintomatici e 250 sintomatici – 148 operatori sanitari.

Ancona: 993 di cui 926 asintomatici e 67 sintomatici – 136 operatori sanitari.

Macerata: 594 di cui 506 asintomatici e 88 sintomatici – 54 operatori sanitari.

Fermo: 439 di cui 382 asintomatici e 57 sintomatici – 49 operatori sanitari.

Ascoli: 224 di cui 206 asintomatici e 18 sintomatici – 21 operatori sanitari.

 

ORE 11 ULTERIORI APPROFONDIMENTI STATISTICI Per meglio analizzare i dati del Gores, oltre alla curva che si forma sulla base della percentuale dei nuovi casi giornalieri rispetto al totale al giorno precedente, abbiamo anche realizzato un confronto tra il numero dei campioni positivi e il numero dei tamponi realizzati negli ultimi 9 giorni.

Anche da questo dato si ha una contrazione soprattutto rispetto alla tendenza in aumento registrata costantemente nei giorni precedenti, fino ad un massimo del 61% dei test positivi nella giornata di sabato, tra l’altro giornata con il maggior numero di tamponi realizzati (385).

Ovviamente per capire se questa sia una nuova tendenza o un dato estemporaneo servirà attendere del tempo e analizzare le informazioni che arriveranno nei prossimi giorni.

ORE 9:20 Coronavirus Marche: aggiornamento dati dal Gores – tamponi al 16 marzo 2020 ore 9. Il Gores ha comunicato i risultati degli esami di laboratorio conclusi nella notte. Salgono a 1244 i positivi (120 in più di ieri), su un totale di 3194 testati.

Il giorno precedente i contagi erano aumentati di 235 unità. Si tratta del primo vero “rallentamento” della curva dei contagiati anche se occorrerà attendere ancora qualche giorno per capire se si tratta di una tendenza o di una casualità.

Probabilmente a pranzo saranno disponibili i dati per provincia e si capirà se l’effetto deriva da un rallentamento dei contagi a Pesaro, provincia con il più alto numero di contagi, dove le misure restrittive sono state prese con un po’ di anticipo rispetto al resto della Regione.

Motivo in più per rispettare con attenzione tutte le indicazioni – distanziamento, mascherine, non uscire se non per necessità – che sono state diffuse dalle autorità in questi giorni.

 

 


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