ASCOLI PICENO – L’emergenza Covid-19 sta segnando tutti i settori economici mondiali. Ultima notizia al seguito della riunione del CdA straordinario per la ridefinizione di tutti gli assetti organizzativi e dei calendari Italia ed estero di VeronaFiere è stata la decisione di annullare il Vinitaly 2020 e ri-mandarlo direttamente al 2021, nelle stesse date 18-21 aprile.

Con essa sono rinviate anche le concomitanti Sol&Agrifood ed Enolitech. Veronafiere concentrerà la seconda parte dell’anno 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati. Inizialmente rimandata a giugno è stata poi annullata.

La decisione del riposizionamento di Vinitaly al 2021 è stata presa d’intesa con i rappresentanti delle associazioni di settore: Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Sandro Boscaini, presidente di Federvini, Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza Cooperative e Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

Il presidente di Veronafiere Maurizio Danese: “Occorre ricordare che questa situazione complessa ha avuto un impatto dirompente anche sull’industria fieristica europea. Ad oggi, sono oltre 200 le manifestazioni sottoposte a revisione di calendario, con una perdita complessiva che sfiora i 6 miliardi di euro e 51.400 posti di lavoro a rischio, senza considerare l’indotto e la perdita di 39 miliardi di euro di export generati dalle rassegne internazionali per le PMI europee».

Abbiamo parlato con alcuni produttori del territorio e il presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Piceni, Alberto Mazzoni, Direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini e abbiamo affrontato anche il tema con i vignaioli indipendenti del settore biologico.

 

Giorgio Savini, Presidente del  Consorzio di Tutela Vini Piceni: “Era già nell’aria siamo assolutamente d’accordo, sarebbe stata una manifestazione fuori dal suo contesto sta pesando tantissimo su tutto il settore della ristorazione ci sono solo consumi interni e consumi in casa il problema è che all’estero sta arrivando adesso l’emergenza e il rallentamento e alcuni consorziati che lavorano in Cina hanno risentito da prima è tutto fermo tutte le fiere. Con  l’estate sicuramente ci sarà una piccola ripresa, sarà un motivo di crescita per tutti come Consorzio abbiamo l’intenzione di non sprecare i soldi, ora i clienti non sarebbero ricettivi, e sarebbe controproducente, poi faremo qualcosa di più importante. Per l’Italia sarebbe l’occasione per il paese e il ministero di poter fare qualcosa di importante, la campagna non si ferma e la vigna inizia a germogliare, anzi si sta lavorando molto e non ci fermiamo! La Regione?  Ora sta seguendo esigenze più importanti sappiamo aspettare siamo agricoltori d’altronde.”

 

 

Alberto Mazzoni, Direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini: “Il rinvio era annunciato dopo il discorso di Prowein e l’escalation della situazione Covid-19, stiamo vivendo il peggior momento degli ultimi tempi. Dobbiamo cambiare il nostro stile di vita e qui ci rientrano anche queste iniziative aggregative, mentre prima correvamo impazziti oggi questo virus ci ha cambiato le abitudini, ci ha riunito. La fiera era inevitabile farla slittare, mettere insieme tutta quella gente era impensabile. Il 2021 sarà la rinascita del vino italiano ma mi auguro anche prima. La situazione nel mondo agricolo è molto più grave di quella che ci fanno vedere, il decreto di Conte ha chiuso le cose non essenziali . L’agricoltura è invece asse portante del nostro paese Italia,  il cibo elemento essenziale nel cambio della nostra vita quotidiana, oggi mangiamo in casa insieme seduti e abbiamo riscoperto il piacere di farlo. Dobbiamo intervenire pesantemente all’interno delle aziende agricole. Ci deve essere un grande sostegno al mancato reddito. Ora conta la sopravvivenza delle aziende che ora sono ferme ma devono pagare e devono lavorare perché la natura ha il suo ciclo. Servono misure shock: congelare l’indebitamento delle imprese e spalmarlo nei prossimi anni e aumentare la  liquidità.”

 

 

Angela Piotti Velenosi, Vini Velenosi:  “Una conseguenza logica, perché i tempi si stanno allungando, col senno di poi una decisione giusta e nessuno avrebbe immaginato che si sarebbe potuti arrivare a questa situazione. Viene a mancare il punto di riferimento per la produzione italiana, e il punto di partenza per incontrare i clienti, nuovi e vecchi, d’altronde speravamo che non si arrivasse a questa situazione, per noi era l‘investimento più importante come azienda e per quanto ci investiamo ed è l’ennesima sconfitta per quello che sta  accadendo ma non c’era altra soluzione, qualsiasi data utile sarebbe stata troppo tardi e difficilmente dall’estero sarebbero venuti, sento tutti i giorni i miei clienti, esportiamo in 55 paesi, abbiamo circa 80 agenti e tanti subagenti e tutti i giorni ci sentiamo per capire come muoversi. Il sentiment nazionale? E’ quello di chi non vede l’ora di ripartire e di mettercela tutta. Ho la sensazione che il nostro settore subirà una battuta d’arresto, che fosse condizione necessaria è stata la prova del nove che sarà dura riprenderci, archiviato Vinitaly dobbiamo già da adesso pensare come far ripartire le nostre aziende e l’economia, concretamente ancora non abbiamo visto niente siamo tutti facendoci forza da soli. Poi  bisognerà ripartire per rilanciare il Made in Italy, i ristoratori e i consumatori. Abbiamo attivato tutte le procedure di tutela per i nostri dipendenti a cui teniamo molto, abbiamo fatto squadra, così come con gli agenti. Stiamo ancora lavorando con l’estero e con la distribuzione organizzata, lavoriamo sempre sulla comunicazione e continuiamo anche con il servizio a domicilio che già avevamo attivo e la vendita online. La domanda è cosa faremo dopo?”

Emanuele De Angelis azienda Il Conte Villa Prandone: “Tutti speravamo che fosse fatto ma la situazione non è migliorata ed è giusto così, lo diciamo con molto dispiacere. Sentiamo già la difficoltà da gennaio quando i nostri clienti hanno avuto le prime flessioni in Cina, dove era bloccato il mercato. Anzi ora qualche spiraglio viene da lì dove stanno ripartendo e c’è una ripresa. Il mercato cinese è molto importante, quello più in movimento. Il Covid-19 ha bloccato tutte le fiere internazionali e nazionali. Come azienda cerchiamo di essere operativi sia in vigna che con lo smart working, ci stiamo muovendo anche a livello di comunicazione sui social e con consegne a domicilio e consegne in tutta Italia su ordinazione, investiremo sull’ecommerce.”

 

Anche i produttori di vini biologici sono sulla stessa linea, la FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti in accordo con VeronaFiere ha chiesto il rinvio

Paola Massi, azienda agricola Fiorano: “Siamo concordi. Un segnale grande era stato a fine febbraio il rinvio di Prowein, e tra gli operatori avevamo intuito. Vinitaly ha cercato fino alla fine di fare qualcosa ma già eravamo quasi certi che le cose sarebbero peggiorate. Noi come cantina tramite la FIVI (federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) ha chiesto ufficialmente il rinvio al prossimo anno, nonostante questo volevano rimandare a giugno che per i produttori è impossibile perchè si lavora molto in vigna e non sarebbero venuti gli operatori internazionali cosa che è invece essenziale. Le riviste di settore hanno lanciato sondaggi e oltre il 90% degli operatori ha dichiarato che era meglio non farlo. Non siamo contenti che vada così perché significa che le cose non sono migliorate hanno rimandato anche le Olimpiadi e gli Europei di calcio. Dovremo trovare altri mezzi di produzione del vino, sperando ci sia la possibilità in futuro di viaggiare e andare dai clienti, la fiera ha problemi sanitari enormi che non si potevano sottovalutare. Ora lavoriamo ancora sulle spedizioni in Italia e le consegne a domicilio nei dintorni, non siamo nella GDO.”

 

Carlo Ciabattoni, Tenuta La Riserva (Consigliere marchigiano dell’Assoenologi): “Sono d’accordo sempre calandosi nella situazione attuale sarebbe stato ancora peggio e sarebbe gravato ancora di più sull’economia delle imprese. Meglio rinviare organizzarlo meglio e analizzare i cambiamenti che ci saranno e forse una soluzione potrebbe essere di alternare il VinItaly al Prowein di Düsseldorf. Noi partecipiamo alla manifestazione veronese con FIVI. “

 

Raffaele Paolini di Terra Argillosa:La notizia non ci coglie troppo impreparati. Già da un po’ se ne discuteva, nel gruppo FIVI (produttori indipendenti) di cui facciamo parte. La nostra istanza è stata proprio quella del rinvio. Con il passare dei giorni molti consorzi e produttori hanno fatto la stessa richiesta.  Soprattutto in situazioni come questa che stiamo vivendo, il primo pensiero deve andare alla sicurezza di ogni persona. Non sappiamo, ad oggi, come sarà la situazione mondiale a giugno. In questa ottica, abbiamo pensato che fare un passo indietro e chiedere, nel nostro piccolo, di rimandare l’evento, potesse essere un atto di responsabilità. Oggi Veronafiere ha preso la stessa sofferta decisione, dopo aver valutato tutti i pro e i contro.  Mancherà sicuramente un momento economicamente importante per tutti noi produttori, dai più piccoli ai più grandi, un momento in cui tutto il mondo si focalizzava sul vino italiano, ma in questo frangente è più importante mettere al primo posto l’uomo e la sua salute. L’aspetto economico è comunque secondario e tale deve essere considerato.  Siamo fiduciosi che, nonostante questo appuntamento sia saltato (come moltissimi altri), troveremo la via ed il modo migliore per far conoscere il nostro lavoro, i nostri prodotti e la nostra filosofia. Anche questa situazione difficile, potrà essere una opportunità per mettersi in gioco e saper crescere nel migliore dei modi. Noi contadini siamo abituati agli imprevisti.”

 

Federica Pantaloni, azienda agricola Pantaleone: “E’ giusto è la scelta più sensata. Il ragionamento era il come e il quando fare una fiera, a giugno il clima non era adatto e le variabili sarebbero state tante, sia sul come si sarebbe potuto svolgere, soprattutto dall’estero non potevamo sapere la situazione. Sarebbe mancata la tranquillità e la spensieratezza. Per noi giugno come vignaioli è un periodo pieno di lavoro in vigna e sarebbe stato troppo delicato. Si sono fermate anche le più grandi fiere del pianeta. ”

Rocco Vallorani, di Vigneti Vallorani – enologo: “Siamo concordi sul rinvio, a giugno non avrebbe avuto senso non ci sarebbero stati gli operatori. Ora tutti i nostri clienti sono chiusi ma da qualche settimana non solo l’Italia ma anche l’estero, ci siamo attivati per una consegna porta a porta e speriamo di superare questo momento in fretta, per noi il lavoro non si ferma con la vigna. Già a livello economico l’impatto è importante i clienti fanno fatica e penso che per mesi sia così speriamo di riuscire a contenere la pandemia. Il problema è anche di magazzino per la prossima vendemmia. “

 

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Oltre a lavorare con investimenti straordinari sui nostri eventi internazionali Vinitaly Chengdu, Vinitaly China Road Show, Wine South America (23-25 settembre 2020), Vinitaly Russia (26 e 28 ottobre 2020), Vinitaly Hong Kong (5-7 novembre 2020), Wine To Asia (9-11 novembre 2020) e le iniziative della Vinitaly International Academy, ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende”.


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