CIVITANOVA MARCHE – Eppure non sono tutti d’accordo. In merito all’ospedale Covid-19 in fare di realizzazione alla Fiera di Civitanova, interviene Alessia Morani, deputata marchigiana del Pd di Macerata Feltria e vicepresidente del gruppo Pd alla Camera dei Deputati. Da lei arriva una bocciatura che pesa e che rompe una strana pax sulla discussa opera: sulla quale, oltre all’appoggio della maggioranza, è arrivato anche l’entusiasmo di Forza Italia e un silenzio-assenso rumoroso del centrodestra. Di seguito il post, qui il nostro articolo di ieri.

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Ho riflettuto a lungo prima di intervenire nel dibattito sulla struttura per terapia intensiva e sub intensiva che dovrebbe essere realizzata a Civitanova Marche.
Il tema è molto delicato e per questo ogni parola merita di essere meditata bene.
Il territorio marchigiano è tra i più colpiti da questo terribile virus e abbiamo pianto tanti, troppi morti. Proprio nel mezzo dell’emergenza è stata pensata quella struttura alla fiera di Civitanova e nel momento in cui è stata annunciata ho creduto che fosse un intervento opportuno e tempestivo.
Non ho condiviso l’incarico a Bertolaso poiché credo che nelle Marche ci siano personalità che hanno dimostrato sul campo e, in particolare, nella protezione civile le loro capacità e professionalità e ho trovato del tutto incomprensibile avere affidato la raccolta delle donazioni private all’ordine dei cavalieri di Malta invece che alla Protezione civile nazionale. Sarebbe certamente stato più trasparente affidarsi ad un organismo pubblico.
Tolte, comunque, queste perplessità, durante l’emergenza ho trovato condivisibile l’idea della struttura di Civitanova e per questo non ho avuto alcuna obiezione. Io stessa mi sono spesa per un ospedale da campo militare che è stato poi installato a Jesi.
È passato, però, molto tempo e la struttura a Civitanova ancora non c’è. Anche la fase acuta del contagio è passata: oggi nelle Marche abbiamo 61 pazienti in terapia intensiva.
E allora mi chiedo se quella struttura per come è stata pensata abbia ancora oggi senso e se invece non varrebbe la pena utilizzare le donazioni dei marchigiani per rafforzare le strutture ospedaliere esistenti come sta facendo l’Emilia Romagna: quei posti di terapia intensiva e sub intensiva potrebbero essere creati all’interno dei nostri ospedali pubblici allargando ed affiancando i moduli preesistenti. Avremmo così le risorse per rafforzare i nostri ospedali e saremmo preparati se dovesse malauguratamente presentarsi una nuova fase acuta di contagio.
Infine, se la struttura di Civitanova, come qualcuno dice, dovesse essere invece utilizzata per alleggerire gli ospedali e allora mi chiedo perché non utilizzare a questo scopo strutture già pronte come Villa Fastiggi e Campofilone solo a titolo d’esempio. Risparmieremmo molte risorse e avremmo anche più posti di quelli previsti a Civitanova.
Credo che queste siano domande che in molti si stanno facendo e che meriterebbero un dibattito pubblico più franco ed approfondito

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