ASCOLI PICENO – Il dispositivo attuato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza picena, in queste fasi di emergenza sanitaria per le attività di prevenzione e tutela della salute pubblica, prosegue in forma capillare anche sul fronte dei controlli tesi a verificare la legittimazione alla continuità dell’attività delle aziende del Piceno e sull’osservanza delle chiusure degli esercizi commerciali.

Nel corso dei servizi di polizia economico-finanziaria propri del Corpo, i militari del Gruppo di Ascoli Piceno costatavano la presenza di persone all’interno di un’azienda tessile nell’Ascolano, autorizzata all’operatività in virtù del codice Ateco (Attività economica) dichiarato, “in palese atteggiamento lavorativo”. Dal controllo venivano identificate due persone extracomunitarie prive di permesso di soggiorno.

“Rilevata, quindi, la posizione di clandestini degli stessi, i successivi accertamenti hanno permesso di acclarare che i soggetti erano ‘illegalmente presenti sul Territorio Nazionale’: da qui è scaturita l’emissione, da parte del Prefetto di Ascoli Piceno, dei decreti di espulsione e, in attesa dell’esecuzione, il Questore ne ha ritirato il passaporto disponendo per i due l’obbligo di firma” si legge in una nota diffusa dal Comando Provinciale

Il titolare dell’azienda è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria “per l’ipotesi di reato e successive modifiche che prevede per il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa di 5 mila euro per ogni lavoratore impiegato”.

Per i due irregolari sono scattate le denunce per l’ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato che prevede la pena dell’ammenda da 5 mila a 10 euro.

Inoltre sono in corso accertamenti in merito agli aspetti d’interesse fiscale connessi alla vicenda già compiutamente delineati dallo stesso Gruppo di Ascoli Piceno che, attraverso l’esecuzione di specifiche verifiche e controlli, segnalerà all’Agenzia delle Entrate ed all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, i proventi “in nerocon cui sono state corrisposte ai braccianti le retribuzioni per le prestazioni di lavoro non regolarizzate e non certificate e, contestualmente, ristabilire le condizioni di legalità previdenziale e contributiva.

“Le attività delle Fiamme Gialle picene continueranno in tutti gli ambiti connessi all’emergenza sanitaria, a tutela della salute pubblica e al riscontro dell’osservanza alle diverse disposizioni emanate dall’Autorità di Governo per il contrasto ed il contenimento del Coronavirus” si legge nella nota della Guardia di Finanza.


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