ANCONA – Non solo le associazioni dei medici ma anche i sindacati si pongono in maniera molto critica su quanto sta avvenendo a Civitanova, dove la Regione Marche ha deciso di realizzare un ospedale Covid con 84 posti letto alla Fiera.
Così Cgil, Cisl e Uil e i loro settori regionali delle categorie del pubblico impiego chiedono alla Regione Marche, soprattutto dopo l’emanazione di un bando da parte della stessa Regione circa la manifestazione di interesse ad effettuare prestazioni aggiuntive presso la struttura; un bando rivolto a medici nell’ambito di varie discipline (rianimazione, anestesia, malattie infettive ecc) ma anche infermieri e caposala.
Le prestazioni aggiuntive sono turni ulteriori pagati a quota fissa (60 euro all’ora per medici, 30 per gli infermieri) e vengono effettuate dopo aver completato il proprio orario di lavoro presso la propria struttura di appartenenza: si tratta quindi di attività prestata oltre il proprio normale orario di lavoro.
Se questo è il modo per garantire il regolare svolgimento dei servizi presso la nuova struttura solleviamo molti dubbi, oltre a problemi legati a salute e sicurezza poiché di fatto si lavorerebbe eccedendo abbondantemente l’orario contrattuale, con quale organico si garantiranno i servizi? Quali saranno le ricadute sul già esistente ospedale di Civitanova Marche provvisto anch’esso di un’ area di rianimazione? Quali saranno i canali di finanziamento di queste prestazioni aggiuntive?
Per questo è stato richiesto incontro urgente all’Asur.

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