ANCONA – “Profonda insoddisfazione per l’incontro avuto con l’Ufficio scolastico regionale alla presenza del dottor Filisetti e dei dirigenti delle diverse province”.

Lo afferma l’assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Loretta Bravi al termine del confronto che si è svolto in videoconferenza questa mattina, 19 maggio.

“Un’analisi lunga e dettagliata che è rimasta pura analisi – spiega l’assessore -. Ripetizioni di norme del Decreto ministeriale 81 da realizzare e mancanza di risorse. Sono state illustrate le situazioni di tutte le singole scuole che avevano evidenziato i loro fabbisogni. Quello che viene visto come deroga dal Ministero è ciò che la giunta regionale reputa necessario. Questo resta il punto dirimente. Avvalersi di deroghe per far vivere la scuola: questo non lo possiamo accettare. Deroghe sul sisma, sulle aree interne, sul riconoscimento del numero degli alunni per indirizzo e non per il numero complessivo dell’intero istituto. Porto alcuni esempi per provincia: la richiesta di non cancellare la scuola di Cessapalombo, una questione di rispetto e dignità per un paese che prova a rinascere con la ricostruzione; di istituire il Liceo musicale a Fermo; di riconoscere il valore del Convitto di Macerata e di non ridimensionarlo, anche perché l’assistenza pomeridiana ai propri alunni risponde ad una esigenza delle famiglie. Abbiamo anche sottolineato la necessità di valorizzare l’entroterra pesarese da Urbino a Cagli, e non parliamo della situazione dell’anconetano da dove sono giunte poche richieste di fabbisogno e mi chiedo perché. Forse sono arrivate direttamente all’Usr?”.

“C’è poi la questione dei plessi delle aree del sisma dell’ascolano, da Offida a Colli del Tronto e di Montalto: il direttore Filisetti sostiene che la decisione di istituire la nuova classe spetta alla scuola in quanto non comporta costi ulteriore per l’Usr. Insomma, un ennesimo incontro questo, per riconfermare le richieste di fabbisogno senza ottenere risposte concrete – prosegue l’assessore – L’Ufficio scolastico si dice impossibilitato da norme e risorse a rispondere alle necessità sottolineate ma, come assessore, ho evidenziato che il metodo di lavoro era chiuso ab origine chiedendomi se mai il dirigente abbia creduto o visionato il Piano di offerta formativa marchigiana concertato con le parti sociali, gli enti locali e le aziende in vista di una proposta attenta all’istruzione, alla formazione e al mondo del lavoro. Ne prendiamo atto e continuiamo la nostra battaglia sperando di non essere soli. Quello che è maggiormente problematico è che la politica è considerata non una visione organica del territorio ma una semplice opinione, un di più rispetto agli algoritmi. Rifiutiamo assolutamente questa logica e richiediamo con urgenza una convocazione al Ministero. Ribadisco, la necessità non può essere deroga”.


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