COMUNICATO STAMPA CIRCOLO A. GRAMSCI DI OFFIDA SU OSPEDALE COVID DI CIVITANOVA

OFFIDA – Il cerchio magico attorno al Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli mostra delle sfaldature, almeno per quanto riguarda il Fiera Covid Hospital di Civitanova, allestito alla Fiera della città adriatica con 84 posti letto e realizzato attraverso l’Ordine dei Cavalieri di Malta e l’ex presidente della Protezione Civile Guido Bertolaso.

Una presa di posizione importante, anche alla luce dei silenzi o addirittura degli osanna da parte dell’opposizione (ad esempio Forza Italia) e anche del M5S, non molto pungente come l’occasione avrebbe meritato.

Di seguito la nota stampa.

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Riteniamo opportuno, come Circolo Pd di Offida, di dire la nostra in relazione alla realizzazione dell’Ospedale Covid di Civitanova, fresco di inaugurazione.

Lo facciamo con la franchezza e la libertà di pensiero che ci contraddistingue da sempre, scevri da qualsiasi strumentalizzazione e sicuri così di dare voce a un malcontento comune di migliaia di concittadini marchigiani che in relazione all’atterraggio della “astronave” di Bertolaso nutrono dubbi e perplessità.

In particolare condividiamo le perplessità di chi, da più parti, critica la modalità di gestione finanziaria dell’operazione, che ha fatto convergere donazioni di privati cittadini, imprese e, non ultimo, della Banca d’Italia verso l’Ordine di Malta il quale ha potuto gestire –  a propria discrezione e con poca trasparenza nell’assegnazione dei lavori –  una partita, che magari si sarebbe potuta giocare meglio potenziando le strutture sanitarie esistenti già operative sul territorio regionale.

Un’astronave priva di personale di “bordo” idoneo a svolgere il delicatissimo compito di assistenza nei confronti di pazienti in terapia intensiva e sub-intensiva che necessitano invero di un controllo lucido, attento, professionale, nonché di terapie e cure idonee h24. 

Il bando di reclutamento “volontario” e il successivo atto di precetto – coercitivo rispetto al personale sanitario marchigiano da impiegare e già provato dall’emergenza degli ultimi mesi – oltre a offendere la dignità di quei lavoratori e la sicurezza dei potenziali pazienti, appare una foglia di fico che intende nascondere la disorganizzata e frettolosa costruzione di una struttura che nelle Marche, come in Lombardia, rischia di non essere utilizzata con un dispendio di denaro che con tutta probabilità poteva essere meglio utilizzato.

Ci si domanda poi, quando sarà passata l’emergenza sanitaria e non vi saranno più pericolose recrudescenze del virus, se rimarranno a disposizione dei nosocomi marchigiani i macchinari sanitari, le attrezzature, i letti, i monitor acquistati con la generosità e la buona fede di tanti nostri concittadini e se almeno da quel momento potranno essere utilizzati per potenziare le strutture sanitarie regionali esistenti.

Una vicenda opaca, poco cristallina, da cui prendiamo le distanze e che lascia l’amaro in bocca per come si sarebbe potuta gestire un’opportunità a vantaggio di tutti i marchigiani.


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