ASCOLI: Le verità di Pedullà.

Pulcinelli: “Chi vuole il bene degli altri racconta loro la verità, chi vuole il proprio bene racconta loro quello che vogliono sentirsi dire. E richiamare l’immagine di  Costantino Rozzi in questo momento rappresenta esattamente questo. Scrivere qualcosa perché si crede che questo è quello che chi legge vorrebbe sentire. Ma chi lo scrive, evidentemente non ha ascoltato o letto quello che ho detto in più occasioni: che l’esperienza ad Ascoli è partita con altri obiettivi e che oggi, per responsabilità mie e per scelte mie che si sono rivelate sbagliate, mi sono ritrovato una squadra costruita per ambire ai playoff che si ritrova in una posizione in classifica assolutamente non voluta nei programmi. Ho aggiunto che “Il calcio ti dà risposte sul campo” e a me non ne ha date. Curioso che né il Sig. Alfredo Pedullà né nessun altro giornalista abbia riportato queste frasi.

Poi penso che probabilmente porsi su un pulpito a giudicare sia semplice per qualsiasi giornalista sportivo che, però, non investe passione, tempo e denaro per un Club. Ma un giornalista sportivo che, tra l’altro, confonde il Proprietario col Presidente (che è il Dott. Carlo Neri), lavora grazie a chi il calcio lo fa. Non crea posti di lavoro. Non paga stipendi e porta avanti l’economia di un Paese. 

A questo punto sarebbe facile rispondere che, perfino, un grande Uomo, Imprenditore e Presidente di Club come Costantino Rozzi potrebbe aver compiuto degli errori di programmazione ma la verità è che Rozzi ha realizzato un’impresa, impresa che nei termini in cui si è verificata è irripetibile.

In merito alle paventate ripercussioni in altre sedi, tra l’altro concetto ripetuto più volte, ribadisco ugualmente che continuo a ritenere quanto detto, ridicolo e oltremodo fuori luogo.

Ribadisco, altresì, è mio dovere farlo, anche in questa sede, che ho sbagliato in molte scelte e ne sto pagando il prezzo personalmente in termini economici e sto operando per risolvere i problemi ed evitare che si ripetano.

Ora, riassumendo i termini della vicenda: il Sig. Alfredo Pedullà scrive un articolo dicendo che l’Ascoli è in vendita. Io smentisco dicendo che contatti ci sono stati ma non è mia intenzione vendere, e mi viene risposto che la smentita è una conferma. Mi chiedo, in tutta umiltà, quella che mi si accusa di non avere, se non avessi risposto, sarebbe stato forse “silenzio assenso”? La smentita è nell’organigramma societario. L’Ascoli è saldamente nelle mani di Massimo Pulcinelli, che piaccia o no. 

Concludo. Nessuno è esente da errori, nondimeno mi interrogo sulle motivazioni di un accanimento mirato a colpire unicamente la mia persona che per i termini usati e per il momento storico in cui viene portato avanti non può non lasciarmi perplesso. Siccome sono solito presumere la buona fede delle persone con le quali mi confronto, mi rispondo che non può esserci altra spiegazione se non la mancata conoscenza della mia persona. Il “3 a 0 per Pedullà che sa tutto più di me” scritto su Instagram era un messaggio per stemperare i toni. Evidentemente non compreso.  Sarò lieto, pertanto, di accogliere al Del Duca il Sig. Pedullà quando finalmente finiremo di scrivere e inizieremo a giocare.  

È fin troppo semplice a tavolino e a posteriori rappresentare gli errori commessi, meno facile operare sul campo e cercare di individuarne le cause per non commetterne più. Parlare di “programmazione al contrario” seduti di fronte a una tastiera quando la squadra non sembra poter raggiungere gli obiettivi prefissati, è possibile a chiunque, anche a un giornalista che non deve sopportare il peso economico per la gestione di un Club. 

Attendo smentita che poi sarebbe una conferma, no? “

 

L’articolo a cui si riferisce il patron bianconero è il seguente 

Ascoli, i segreti di Pulcinelli: storia di una programmazione al contrario

Massimo Pulcinelli, presidente dell’Ascoli dal 2018, parla come un libro stampato, come se avesse vinto trofei, conquistato promozioni e dato all’Ascoli la dimensione che meriterebbe. Esattamente il contrario. Ma siccome pensiamo che l’educazione sia la prima cosa, ci preme sottolineare quanto accaduto nelle ultime 24-36 ore. Giovedì sera, con grande delicatezza, ci eravamo permessi di scrivere che l’intenzione del suddetto Pulcinelli (tante parole, pochi fatti, troppi proclami al vento e molte incompiute)) sarebbe stata quella di cedere soltanto se avesse trovato interlocutori all’altezza. Una ricostruzione normalissima senza offendere o inventare chissà cosa. Bypassando situazioni di incontri magari avvenuti proprio per non alimentare polemiche o chissà cosa. Come reazione, non degna di un mondo civile, Pulcinelli ha invaso il suo profilo Instagram dandoci del “ridicolo” che è un modo poco garbato (eufemismo) da meritare eventuale attenzione in altre sedi. Un presidente che risponde così si giudica da solo, ripetiamo non è questa la sede. Contento della sua sfrenata irruzione social, che meriterà il giusto approfondimento, Pulcinelli farebbe bene a dedicare il suo tempo meditando sugli errori commessi. Figli di una programmazione inesistente, di continui salti nel buio, di risultati pessimi che hanno portato alla delusione dei tifosi (la classifica parla chiarissimo). La vicenda Stellone, ingaggiato e licenziato in poche settimane con possibili pendenze e code giudiziarie,  è l’ultimo anello di contraddizioni striscianti, della serie “faccio tutto io, adesso vi insegno come funziona”. Aspettiamo un riscontro che sia figlio della programmazione. Se non conoscesse la parola programmazione, Pulcinelli farebbe bene a studiare la storia di Costantino Rozzi, l’Emblema per sempre di Ascoli, il suo garbo figlio di una civiltà assoluta. E anche un modo di sapersi porre con l’eleganza di chi dovrebbe dare l’esempio. Bene, se Pulcinelli studiasse Rozzi capirebbe come stare al mondo, come rispettare il prossimo, basterebbe il 20 per cento del mitico Costantino. E gli resterebbe sufficiente tempo per pensare a un club che sta come una barchetta in mezzo all’oceano, che non ha azzeccato una mossa e che meriterebbe – lo dice la storia – un presente migliore prima che un futuro luminoso. I segreti di Pulcinelli sono l’antitesi della programmazione, basterebbe un’ora di applicazione al giorno per capire come si fa, rispettando il prossimo. Magari non guardando per pudore la classifica, logica conseguenza di una proprietà distante anni luce dell’Ascoli che fu. ”

 


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