FERMO – Hanno minacciato una giovane donna, residente in un comune costiero del Maceratese, se non avesse consegnato 5 mila euro, l’avrebbero danneggiata sia sul piano della sua immagine pubblica con delle foto contraffatte ma “hard” e sia sul piano fisico.

A finire nei guai 3 persone: un 33enne incensurato dell’entroterra maceratese insieme ad altri 2 complici, un 46enne della provincia di Fermo (con alle spalle una condanna per guida in stato d’ebbrezza) e un 59enne incensurato, di origini romane ma residente da tempo nel fermano, tutti accusati di estorsione in concorso.

Per i 3 soggetti sono scattate le manette: l’ideatore dell’estorsione è stato tradotto presso la casa circondariale di Ancona Montacuto mentre i 2 complici sono stati ristretti agli arresti domiciliari.

Cinque giorni fa, la ragazza si era decisa a sporgere denuncia a seguito delle ripetute minacce ricevute dal 33enne maceratese ,che attraverso messaggi WhatsApp e via mail le aveva detto che se non avesse pagato la somma di 5 mila euro avrebbe subito un grave danno per la sua persona

I militari della Compagnia di Civitanova Marche hanno condotto un’articolata attività investigativa coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Enrico Barbieri e dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Giorgio, finalizzata ad individuare le persone che avrebbero dovuto recuperare in Macerata la borsa contenente le banconote contrassegnate in precedenza, riuscendo così a bloccare nell’immediatezza il 59enne incaricato al ritiro e il complice 46enne che fungeva da “palo”.

Poco dopo, è stato fermato l’organizzatore dell’estorsione che, durante la citata attività criminosa veniva notato dai militari alla guida del proprio Suv, mentre presidiava a distanza l’area verificando l’operato dei suoi due complici. E’ stato accertato che gli autori del fatto avevano realizzato un abile e strumentale fotomontaggio , posto sotto sequestro, destinato ad intimidire la parte lesa.

Due dei tre arrestati hanno fornito spontaneamente le notizie in loro possesso, mentre il presunto ideatore del progetto estorsivo ha preferito rimanere in silenzio, anche durante l’interrogatorio effettuato a tarda notte dal Pm.

Sono in corso indagini per accertare se qualcuno degli arrestati abbia posto di recente in atto analoghe condotte minatorie in danno di altre giovani ragazze.


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