ASCOLI PICENO – Il 2000 lo stadio “Renato Curi” fu stregato per i colori bianconeri.

Il 14 giugno 2000 la Juventus perse clamorosamente all’ultima giornata uno scudetto “già vinto”. La sconfitta contro il Perugia, ad opera di Alessandro Calori, difensore con il vizio del goal, regalò il sorpasso e il campionato alla Lazio, vincitrice all’Olimpico contro la Reggina. Un giorno passato alla storia per il famoso diluvio che si scatenò a fine primo tempo e che costrinse alla sospensione il match per circa un’ora. Si riprese a giocare, non con poche polemiche, e ci fu la disfatta bianconera.

Quasi un mese dopo, l’11 giugno 2000, lo stadio “Renato Curi” ospita un’altra importante e delicata partita di calcio. Non pioverà ma il dramma sportivo ci sarà ugualmente per i colori bianconeri, di un’altra squadra ovviamente.

Si giocò finale dei Play-Off di serie C tra Ancona e Ascoli. Un derby che valse la B. Metà stadio era biancorosso, metà stadio bianconero. Il Picchio era costretto a vincere a tutti i costi data la miglior posizione dei dorici ottenuta in campionato. All’Ancona sarebbe bastato, infatti, un pari tra i tempi regolamentari e supplementari per conquistare i Cadetti.

L’Ascoli era allenato da Enzo Ferrari e il presidente era Roberto Benigni. In rosa c’erano giocatori di buon livello come il portiere Nicola Di Bitonto, i difensori Antonio Aloisi, Giovanni Bucaro e Salvatore Alfieri. A centrocampo c’erano Roberto Marta, Enrico Maria Amore, Mario Caruso, Antonio Bitetti e Stefano Bono, in attacco Eddy Baggio (il fratello del Divin Codino Roberto), Sossio Aruta e il giovane sambenedettese Giovanni Pompei.

I bianconeri ottennero il terzo posto, l’Ancona arrivò seconda con sei punti in più sui cugini. Un dettaglio che si rivelerà decisivo. Ai Play-Off l’Ascoli eliminò la Viterbese di Luciano Gaucci mentre i dorici si sbarazzarono dell’Arezzo di un talentuoso allenatore di nome Serse Cosmi.

E venne la finale dell’11 giugno 2000, al “Renato Curi” di Perugia.

Dopo 90 minuti di tensione, il match continuò ai supplementari. E lì accadde veramente di tutto. Dopo pochi minuti della prima frazione supplementare Eddy Baggio portò in vantaggio il Picchio facendo esplodere di gioia il settore bianconero, un tiro al volo a seguito di un calcio d’angolo. Sembra il goal decisivo per la promozione in serie B e la soddisfazione sarebbe anche doppia dato che Eddy Baggio è ad Ascoli in prestito proprio dalla società anconetana.

Inizia il secondo tempo supplementare e l’Ancona si butta disperatamente in avanti ma l’attaccante Cristian La Grotteria si fa espellere e si getta a terra in un pianto dirotto. Sembra ormai fatta ma all’improvviso il destino volta le spalle ai bianconeri.

Al 118° minuto un tiro dal limite dell’area del giovane anconetano Mirko Ventura, lanciato nella mischia dalla panchina da mister Fabio Brini (ex conoscenza del Picchio), si infila nella porta dell’Ascoli e getta nello sconforto tutti i sostenitori bianconeri presenti al “Renato Curi” e quelli che erano rimasti nel capoluogo a vedere la partita in televisione o a sentirla in radio. Per qualcuno presente allo stadio di Perugia è una doppia beffa poiché un mese prima era nello stesso posto a vedere crollare la Juventus.

La partita finisce pochi istanti dopo: l’Ancona vola in serie B e il Picchio resta in C. Una delusione cocente, una ferita che ancora oggi fa male.

Due anni dopo l’Ascoli conquisterà, grazie ai “Diabolici” la serie B, e si prenderà la rivincita nei confronti dei dorici in altri numerosi derby.

Dopo vent’anni la ferita, come detto in precedenza, resta aperta e quel match, purtroppo per i supporter ascolani, non si cancellerà mai. Sappiamo di aver dato un “magone” a tanti nostri lettori, chiediamo scusa, ma la storia non si dimentica: bella o brutta che sia perché comunque, in ogni caso, è costruttiva ed educativa.

Ma a distanza di vent’anni i tifosi del Picchio possono comunque sorridere pensando al presente con la squadra in serie B mentre i supporter anconetani, a causa di un fallimento della società, sono stati costretti a vedere la squadra sprofondare in Prima Categoria per poi approdare di recente in Eccellenza.


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