ANCONA – “Cambiamo il soggetto attuatore e, in termini di rafforzamento della Protezione Civile, investiamo su risorse interne per lavorare tutti al meglio”. Così il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli questa mattina, 12 giugno, a Palazzo Raffaello durante il passaggio di consegne del dirigente della Protezione Civile David Piccini al funzionario per l’amministrazione generale della Protezione Civile Silvia Moroni che è stato occasione per rendicontare, attraverso una videoconferenza stampa, il lavoro fatto in questi anni sull’emergenza sisma dalla Regione Marche.

“Un lavoro enorme – ha proseguito Ceriscioli – in favore delle comunità. Dirigente e soggetto attuatore del sisma è stato fino ad oggi David Piccinini. Silvia Moroni porterà nuova energia, ma anche la competenza di chi ha sempre lavorato sul sisma in questi anni”. Il presidente ha ringraziato i dirigenti di tutti i Servizi ed ha sottolineato l’importanza della creazione di una piattaforma informatica “che ha messo tutti i soggetti coinvolti in condizione di operare in modo veloce per poter intervenire con dati certi e condivisi: dai Comuni ai tecnici e agli operatori che si sono confrontati in un’area di coworking che ci ha rafforzato”. Un pensiero particolare Ceriscioli lo ha rivolto a Piccini “per il lavoro svolto nella massima fiducia che ho riposto in lui e per la totale dedizione in questi anni così particolari”. In conclusione il presidente ha sottolineato ancora una volta “la necessità di cambiare le regole per velocizzare la ricostruzione e della riproposizione del ‘modello Genova’ per le opere pubbliche”.

“Le risorse, le regole e più personale sono fondamentali – ha detto -. Il Consiglio dei Ministri deciderà il prolungamento dello stato di emergenza, le condizioni oggettive ci sono. Come è noto, la Regione ha più volte proposto al Governo le norme necessarie per accelerare, perchè siamo consapevoli e convinti che servano nuove regole per mettere in moto una ricostruzione diversa”. Piccinini ha poi svolto la relazione di rendicontazione a nome del soggetto attuatore del sisma. Il dirigente ha voluto ringraziare tutti, dal presidente, al segretario generale, agli assessori, ai suoi collaboratori e a tutti i volontari “per il grande impegno e la disponibilità” sottolineando che tutto il lavoro è stato fatto solo con le unità di personali dell’amministrazione con un surplus di ore di straordinari, sabati domeniche e notti”.

I NUMERI DEL SISMA Il totale delle spese sostenute ammonta a 1.050,40 milioni di euro. I Comuni del cratere danneggiati dopo la scossa del 24 agosto 2016 sono stati 24, ma sono saliti a 85 dopo quella del 30 ottobre e è stata coinvolta una popolazione residente di 362mila abitanti. In tutto i Comuni che hanno subito danni sono stati 163, di cui 78 fuori dal cratere. Nelle Marche è stato il 65% del territorio ad essere interessato dal sisma, rispetto al 17% dell’Abruzzo, e all’11% dell’Umbria e del Lazio. Le vittime sono state in tutto 299. Di queste 51 ad Arquata del Tronto, 237 ad Amatrice e 11 ad Accumoli. I cittadini feriti per cui è stata necessaria l’ospedalizzazione sono stati 365. Nelle Marche gli edifici danneggiati e verificati sono stati 89.913, 49.084 quelli evacuati. Gli sfollati all’1 giugno 2020 risultano 26.201. Di questi, 20.993 sono le persone con Contributo di autonoma sistemazione (CAS), 4.118 le persone in soluzioni abitative di emergenza (SAE), 204 le persone in hotel (404 i contratti stipulati) , 353 le persone in container o altro, 533 le persone in alloggi invenduti acquisiti per un totale di 36 milioni di euro. 16 le strutture temporanee costruite per il culto, 111 quelle per usi pubblici, 13 le strutture socio-sanitarie evacuate di cui 9 delocalizzate. In particolare le Sae sono state installate in 28 Comuni distribuite su 75 aree. In tutto sono 1.942. Prevista la realizzazione di 229 nuovi immobili al posto delle SAE per 35,8 milioni di euro. La gestione delle macerie è avvenuta in tre siti di depositi temporanei. Le macerie rimosse al 1° marzo 2020 ammontano a 771.651 tonnellate: di queste 389.876 provengono dalla provincia di Ascoli Piceno, 370.191 dalla provincia di Macerata, 11.584 da quella di Fermo. Gli interventi per le operazioni di messa in sicurezza per la salvaguardia della pubblica incolumità sono stati 3.252 con una spesa sostenuta al 3 giugno 2020 pari a 99,4 milioni di euro.

Per quanto riguarda i beni culturali gli interventi pianificati sono stati 203 per una spesa complessiva di 19,6 milioni di euro di cui 18,2 liquidati. Attualmente sono ancora 26 i Comuni marchigiani con zone rosse nel centro storico. 1,2 miliardi di euro sono stati erogati dalla UE all’Italia e affidati alla Protezione Civile con spesa da rendicontare entro novembre 2019. Le spese sostenute per l’emergenza dalla Regione Marche ammontano a 417,5 milioni, quella degli Enti locali a 401,3 milioni. Sono state delocalizzate perché danneggiate 267 attività produttive in 846 moduli per un totale di 10 milioni di euro. A supporto delle attività agricole e zootecniche sono stati consegnati: 121 strutture Mapre, 300 stalle tunnel, 59 stalle ex ord 5/2016, 196 fienili e 14 fienili ex ord 5/2016. Circa 12 milioni di euro al 31 maggio 2020 sono stati destinati al Trasporto pubblico locale con nuove linee allestite per l’emergenza. 4.500 sono stati i volontari di Protezione Civile coinvolti nelle operazioni.


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