ASCOLI PICENO – Altri colpi di scena, e sviluppi, sul delicato tema del nosocomio di Vallata.

“L’ospedale d’eccellenza rimane una priorità per il Piceno”: così il Sindaco di Colli, nonché presidente dell’Unione dei Comuni della Vallata, Andrea Cardilli, torna sull’argomento in una nota l’8 luglio.

“Un nosocomio, che per la sua importanza nel prossimo futuro della Sanità pubblica – aggiunge il primo cittadino – potrebbe essere costruito ovunque, anche a Centobuchi, come chiede l’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto, guidata da Piunti. Basta, però, con tutte queste strumentalizzazioni!”,

La posta in gioco è alta per Cardilli, proprio per garantire a tutta la provincia di Ascoli una struttura di qualità, con la migliore tecnologia e che attiri i medici di eccellenza.

“Con due strutture come il Madonna del Soccorso e il Mazzoni, non ampliabili ulteriormente, non è possibile andare avanti. Non va bene la zona Colli-Spinetoli? Ok, che si realizzi a Centobuchi, allora. La salute dei cittadini è un argomento troppo importante, andrebbe trattato seriamente e al di là delle baruffe campanilistiche Ascoli-San Benedetto”.

Il Sindaco di Colli si chiede cosa sarebbe successo se il Piceno avesse avuto i problemi magari non della Lombardia ma anche solo di Pesaro. Ne approfitta anche per “sottolineare il grande lavoro svolto dal Madonna del Soccorso divenuto l’ospedale deputato a gestire l’emergenza sanitaria. Colli del Tronto nel periodo del lockdown, lo ricordiamo, aveva manifestato la sua solidarietà regalando al reparto di medicina di urgenza del Pronto Soccorso un respiratore, oltre a mascherine ffp2 e tute protettive monouso di III cat”.

“Quando parlo di ospedale spesso accusano me di essere campanilista, territoriale – conclude Cardilli – solo perché la Regione aveva indicato il territorio che amministro e io, ovviamente insieme al Sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, mi sono mosso per fornire tutto il necessario per il progetto. Ricordo a tutti che sono romano di nascita e che anche nella capitale eccellenze di oggi come l’ospedale Regina Elena, all’epoca della sua progettazione, fu tanto criticato perché considerato fuori mano. Occorre superare il campanilismo e non fare a gara a ingabbiarci in concetti obsoleti che non portano da nessuna parte. Anzi, che nulla hanno a che fare con il futuro di un territorio che, a livello sanitario e non solo, dovrebbe cominciare a sforzarsi di muoversi in maniera comune. Questo i cittadini si aspettano da noi politici”.

Oggi, 9 luglio, è arrivata la dichiarazione del sindaco di Monteprandone, Sergio Loggi: “L’apertura del sindaco di Colli del Tronto Andrea Cardilli, espressa oggi a mezzo stampa, è l’ennesima conferma che c’è massima convergenza di intenti affinché si realizzi, in tempi brevi, un nuovo ospedale nel Piceno. Se si parla di un nuovo nosocomio però è necessario colmare gli errori di comunicazione, predisponendo un documento che analizzi costi e benefici”.

Il primo cittadino aggiunge: “E’ necessario sapere quali sono le caratteristiche di questo ospedale, quanti posti letto, quali specialistiche verranno attivate, quale il personale da impiegare, quali costi avrà? Va redatta una analisi costi-benefici, mai realizzata fino ad oggi, in cui si spieghi ai cittadini, in maniera chiara, anche quale ruolo svolgeranno i due ospedali di Ascoli e San Benedetto e come verrà riorganizzata la medicina di prossimità”.

“Se c’è una questione che l’emergenza Covid ha messo prepotentemente in evidenza, è che oltre a migliorare l’offerta ospedaliera, è necessario rafforzare e riorganizzare i servizi socio-sanitari. Penso ad esempio ai servizi di prossimità come l’assistenza domiciliare – prosegue Loggi – Ripartiamo dunque dall’ascolto dei bisogni del territorio e dei cittadini, perseguendo un obiettivo comune: la tutela del diritto alla salute dei cittadini”.

Il sindaco conclude con un’affermazione importante: “Certo è che il territorio di Monteprandone è pronto da tempo ad accogliere il nuovo ospedale: c’è il progetto e c’è la volontà politica. Ricordo infatti che già un anno fa, il Consiglio comunale si è espresso all’unanimità con una mozione in cui si ribadiva che il territorio di Centobuchi è l’ideale ubicazione in quanto si andrebbe a creare un presidio di eccellenza laddove vi è un bacino di utenza più ampio, come previsto dal Decreto Balduzzi”.


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