ASCOLI PICENO – Cna Picena e piccole e medie imprese del territorio incontrano il ministro Paola De Micheli e illustrano le criticità in tema di viabilità e infrastrutture. “Chiudere al più presto i cantieri aperti e avviare con altrettanta tempestività quelli che devono ancora partire”. Questo il messaggio chiaro e forte che il direttore della Cna di Ascoli Piceno, Francesco Balloni, insieme al presidente Luigi Passaretti, hanno lanciato al ministro dei Trasporti e delle infrastrutture a nome dell’Associazione e delle altre sigle datoriali Picene. E, altrettanto importante, è stata la risposta della ministra De Micheli: “Il documento delle imprese Picene è nella mia lista delle priorità e prendo l’impegno di un costante monitoraggio affinché i tempi siano celeri”.

PEDAGGI. L’azzeramento dei pedaggi e la restituzione di quelli pagati, diciamo spesso “inutilmente” viste gli stop in coda per ore ed ore, è solo un segnale di attenzione verso gli operatori professionali del settore che stanno registrando ben altri danni (se si può definire danno la chiusura di un’impresa) per i propri bilanci e l’organizzazione operativa delle proprie imprese o meglio di quelle che stanno riuscendo a sopravvivere.

TERRITORIO IN SOFFERENZA. Qualche dato, come spunto per una riflessione anche politica sui destini del territorio e della comunità insediata: le nostre elaborazioni dati sul primo impatto della pandemia nel Piceno ci dicono che al primo aprile 2020, abbiamo meno 5,2 per cento di occupati fra i dipendenti e meno 18,4 per cento fra le altre categorie contrattuali. Sono meno 171 le imprese attive (fra nuove aperture e cessazioni) registrando anche in forte calo il lavoro per le donne.

A marzo 2020, rileva un’analisi della Cna Picena, le vendite al dettaglio hanno avuto un crollo (meno 21,3 per cento), per effetto della caduta del commercio di beni non alimentari (meno 36,5 per cento). Gli alimentari hanno registrato invece una sostanziale stabilità (meno 0,4 per cento). Solo il commercio elettronico ha segnato un aumento deciso (più 20,7 per cento). Contestualmente a questo calo, tutte le componenti dell’economia territoriale hanno ridotto il livello di lavoro: per l’agricoltura la flessione è contenuta a un meno 3,7 per cento mentre nei servizi arriva a meno 14,1 per cento  con un calo del 30 per cento circa per le attività connesse al turismo (alloggio e ristorazione). Industria e costruzioni registrano dinamiche simili: meno 10,1 e meno 11,9 per cento, rispettivamente. Nel manifatturiero rallentano considerevolmente il tessile abbigliamento: meno 37,1 per cento.

Nelle difficoltà, emergono più nettamente, criticità, debolezze, fragilità come nel caso del lavoro delle donne. Se, infatti, sommando tutte le diverse tipologie contrattuali, il Piceno nel primo trimestre 2020 ha registrato un calo degli occupati pari all’8,4 per cento, fra le donne quelle che hanno perso o lasciato il lavoro sono il 12,4 per cento: quasi il 50 per cento in più rispetto agli uomini.

“RIAPRIRE” IL PICENO E RENDERLO ACCESSIBILE. Abbiamo bisogno di ossigeno, anche per alimentare imprenditori come quelli che incontrerà in questa visita, capaci di aver guardato al Piceno già da tanti anni, facendone il luogo della produzione di specifici prodotti di qualità, in un sito oggi popolato anche da nuovo insediamento produttivo nel settore calzaturiero, calamità per trattenere sul territorio parte della comunità costretta a migrare per il sisma e per il lavoro che non c’è. Alcune richieste nascono dall’emergenza, altre dalle criticità, altre dalle progettualità, altre ancora da visioni e scenari che occorre saper prospettare.

LE EMERGENZE E LE URGENZE. Quanto segnalavamo nella piena emergenza, tuttora corrente, del blocco della viabilità autostradale ed ordinaria sull’A14 e sulle nostre litoranee, come accennavamo all’inizio di questa nota resta di estrema urgenza e resta a costi operativi pari a zero: ci permettiamo di sollecitare almeno un riscontro di diniego anche se ci permettiamo di insistere nel sottolineare l’importanza di:

  • Estendere alla tratta corrente nella regione Marche, da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto del Tronto, l’azzeramento dei pedaggi
  • Sollecitare l’approvazione urgente dei tre progetti esecutivi “viadotti Campofilone” (uno dei 5 della tratta marchigiana), “Colonnella” e “Fonte dei Preti” (due degli otto della tratta abruzzese, giacenti da febbraio presso i competenti uffici ministeriale, come ci siamo permessi di segnalare un paio di settimane fa a mezzo PEC 
  • Lo studio di modalità coordinate di accertamento da parte delle Autorità compenti (dal controllo stradale alle ispezioni sulle normative sociali e previdenziali) di eventuali infrazioni per il superamento dei tempi di guida e di riposo dei trasportatori professionali.
  • L’attivazione di un “tavolo ministeriale per la crisi della viabilità litoranea Marche Sud ed Abruzzo” al fine di presidiare politicamente e tecnicamente dopo i passaggi più delicati che si stanno compiendo anche la gestione degli interventi che risulteranno dalle progettazioni esecutive e dai combinati interventi sulle gallerie, dopo la fase ricognitoria di questo ultimo periodo. La presenza di viadotti superiori al Kilometro impone organizzazioni dei lavori molto delicate ed impattanti: appare necessario procedere con il coinvolgimento dei territori e delle realtà locali.
  • Un’iniziativa ministeriale volta a creare le condizioni, stante l’esistenza di convenzioni di servizio, per il rimborso integrale dei pedaggi autostradali alle imprese del settore trasporti che non si limitino alla parziale finestra di opportunità che il gestore autostradale ha offerto alla cittadinanza in quest’ultimo periodo come in una breve finestra ad inizio anno.
  • Una iniziativa che renda “pubblico”, con uno specifico link sul sito internet del Ministero, l’iter di tutte le situazioni di criticità per una sorte di presidio sociale e per una consapevolezza di tutte le parti che non ci si può perdere né attardare tra progettazioni di massima, preliminare, definitiva, esecutiva, stralci, appalti, vincoli e così via. Il tutto per mantenere la barra dell’attenzione sui tempi, elemento decisivo per affrontare gli snodi del futuro con responsabilità da parte di tutti gli attori in campo.

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