FERMO – “Siamo pronti con le nostre valige, con le nostre idee, con il nostro campionario frutto di estro e qualità” sottolinea Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Centro Adriatico.

Gli imprenditori del distretto, alle prese con una delle più complesse crisi degli ultimi decenni, si preparano al ritorno in fiera. Prima la Germania, poi Milano con Micam e Mipel e a seguire Lineapelle. “Düsseldorf, con Gallery (30 agosto e primo settembre) e Supreme, ci darà le prime risposte. Un mercato fondamentale per le nostre imprese, ma ancora pieno di incognite, visto che anche la Germania ha attuato un lockdown molto duro. I negozi? Hanno riaperto, ma anche in Germania un paio di stagioni le abbiamo perse” aggiunge Giampietro Melchiorri, vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico.

Gli imprenditori, che nei mesi di blocco hanno accelerato la digitalizzazione, puntando anche su showroom virtuali e b2b a distanza, non possono però fare a meno dell’incontro che solo le manifestazioni fieristiche riescono a garantire.

Per questo, le associazioni di categoria, in primis Assocalzaturifici, hanno investito risorse per agevolare la partecipazione, anche in accordo con Regione e Camera di Commercio nel caso delle Marche. “Abbiamo fatto il massimo per andare incontro agli associati. Capisco chi non ci sarà a Milano, ma con le condizioni attuali è illogico non partecipare” prosegue Fenni.

Per il Micam è stato pensato un programma di finanziamento che abbatte i costi dell’edizione di settembre (20-23) e anche del Micam Milano Digital show che prosegue fino a metà novembre. “Il Decreto Rilancio ha incrementato le risorse del Fondo 394, gestito da Simest, che per il 2020 ammonta a 600 milioni di euro, con 300 milioni per finanziamenti a fondo perduto. Questo significa che le imprese hanno la possibilità di accedere a finanziamenti per sostenere le spese di partecipazione alle fiere internazionali, fisiche o digitali, che si svolgeranno in Italia ed all’estero” prosegue il presidente dei calzaturieri.

L’importante è che il finanziamento sia richiesto prima dell’inizio della fiera. “Prevede un tasso inferiore allo 0,1% del 50% di tutte le spese collegate alla partecipazione alla fiera (area espositiva, allestimento, attività di comunicazione/marketing, trasporto campionari, viaggio e soggiorno, servizi di interpretariato-hostess). E poi un finanziamento a fondo perduto fino al 50% di tutte le spese sopra specificate, senza la presentazione di alcuna garanzia” spiega Assocalzaturifici.

“Siamo preoccupati – conclude Fenni – inutile farsi illusioni. È appena uscito il primo bando da 5milioni di euro per l’area di crisi complessa, ma parlare di investimenti con i magazzini pieni e le vendite nei negozi di mezzo mondo in stallo è complesso. Ancora di più quando dal Governo arrivano provvedimenti insensati, come lo sgravio al costo del lavoro del 30% ma solo per il sud. Il che significa di veder trasferire intere produzioni, in particolare delle griffe, dalle Marche in Puglia o in Campania. Noi siamo abituati a lottare, ma non vorremmo che le prossime fossero le ultime fiere per molte imprese, che vanno aiutate in modo da poter garantire il lavoro e quindi il sistema sociale”.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.