ASCOLI PICENO – Basta suonare il loro campanello o una semplice telefonata per essere accolti, anche durante la notte. In Corso Vittorio Emanuele, al civico 13, di Ascoli Piceno, compare la targhetta Pronto Soccorso Psicologico su un citofono. Soltanto qualche anno fa risultava difficile immaginare che un servizio simile potesse arricchire la nostra provincia e prestare un’attenzione così concreta ed immediata al disagio psicologico.

Il funzionamento del Pronto Soccorso Psicologico, infatti, si ispira esattamente a quello di un comune Pronto Soccorso ospedaliero, sempre fruibile e reperibile 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Il servizio “PsP” nasce dall’idea delle giovani psicologhe e psicoterapeute in formazione Giulia Silvaggi e Roberta Calogiuri, rispettivamente presidente e vice presidente dell’Associazione “L’altro centro clinico”.

Di seguito l’intervista alle due ideatrici del progetto a cura della Dottoressa in Psicologia Alessandra Premici.

Quali necessità e valori vi hanno spinte a concretizzare l’idea di un pronto soccorso psicologico?

“Da libere professioniste abbiamo unito le forze e creato un servizio che, ad oggi, mancava nella nostra regione. Il servizio vuole dare a tutti la possibilità di usufruire dell’aiuto dei professionisti del benessere mentale ed abbattere il più possibile il clichè ormai radicato secondo cui “andare dallo psicologo costa troppo.

L’équipe di professionisti a disposizione nella nostra struttura condivide la necessità ed il desiderio di una formazione continua e di una visione multidisciplinare. Anche la precocità dell’intervento costituisce una mission centrale nel nostro intervento, perché è in grado di ridurre la cronicizzazione del sintomo e di abbattere le attese e le tempistiche che caratterizzano i servizi pubblici o privati.

Il nostro centro vuole porsi come punto di snodo, grazie alla rete con altri servizi ed associazioni, per organizzare gli invii successivi della persona che chiede aiuto, alla quale viene proposto il percorso personalizzato più adatto ed efficace. I servizi che si occupano della presa in cura del disagio psicologico – ci tengono a ribadire – si trovano tutti sullo stesso livello.

Abbiamo necessariamente un approccio di tipo istituzionale, ma, ancor prima, vorremmo che tutte le persone che decidono di rivolgersi al pronto soccorso psicologico, si sentissero a proprio agio ed accolte”.

A quali modelli vi siete ispirate per la costruzione di questo progetto?

“In Europa, realtà simili, sono già abbastanza radicate ed attive. Hanno ispirato il nostro progetto sia il modello Francese che quello nord-europeo. In Italia ci sono realtà simili a Roma e Milano, ma da ciò che sappiamo non hanno una reperibilità h 24 e sono servizi aggiuntivi a strutture già esistenti”.

Com’è organizzato l’accesso al Pronto Soccorso Psicologico?

L’accesso di qualsiasi cittadino è strutturato in modo semplice ed agevolato. Il primo contatto, sia fisico che telefonico, è gratuito e senza prenotazione, anche nel caso di una richiesta a domicilio. Solitamente, infatti, nell’arco di 30 minuti, riusciamo a raggiungere il domicilio della persona che ci ha contattato, con la possibilità, in situazioni più complesse, di collaborare con le forze dell’ordine.

Anche in queste circostanze, fare rete con altre realtà territoriali, risulta centrale e necessario. In alcuni casi, già soltanto un primo contatto telefonico, placa il sintomo della persona e permette di organizzare tempestivamente la sua accoglienza. Il primo contatto è molto importante, perché permette a noi professionisti di accogliere l’emergenza del sintomo e di fare un’analisi della domanda chiara ed accurata della persona in difficoltà”.

Quali sono i passi successivi al primo contatto?

“Dopo il primo contatto, la persona va incontro a colloqui con costi agevolati, al fine di comprendere quale invio successivo è più adatto al caso specifico. Stiliamo, infatti, un programma individualizzato con tutti i professionisti della nostra équipe che includa, se necessario, un percorso di psicoterapia attraverso un invio esterno”.

Quali differenze di accesso, invece, per i minori?

“Il nostro servizio è dedicato a tutti. Anche i minori, infatti, possono contattarci telefonicamente. Per quanto riguarda l’accesso fisico nella nostra sede, invece, come la deontologia impone, c’è bisogno del consenso di entrambi i genitori. In questi casi provvediamo a spiegare questa necessità al minore durante il primo contatto telefonico”.

Quali altre attività si svolgono nel centro?

“Oltre ad accogliere le richieste emergenziali, nella nostra sede organizziamo laboratori ed atelier rivolti soprattutto a bambini ed adolescenti, oltre ad organizzare corsi ed attività di formazione professionale dedicate a studenti e professionisti”.

In base alla vostra esperienza diretta, che impressione avete riguardo i disagi psicologici durante il periodo Covid?

“L’impressione è che l’attuale situazione critica, abbia fatto sentire le persone ancor più autorizzate a chiedere aiuto, anche se la maggior parte dei disagi psicologici che oggi molti sperimentano, sono antecedenti all’emergenza sanitaria.

Tuttavia il contesto recente ha incoraggiato, ancor di più, le persone che vivono un disagio psicologico a chiedere aiuto come si fa, d’altronde, quando ci si reca al Pronto Soccorso”.

In fondo le ferite che piangono hanno lo stesso bisogno di cura di quelle che sanguinano.

Chiunque ha libero accesso negli orari di apertura (dal lunedì al venerdì 9-12, 15-19) con reperibilità telefonica 24 ore su 24, 365 giorni l’anno.

Info: Telefono 377/ 0838358 – e-mail: [email protected]


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