ASCOLI PICENO – “Un po’ sotto la stima iniziale ma comunque in aumento rispetto allo scorso anno”.

Parla di un più 5% il responso definitivo della vendemmia nelle Marche secondo il report di Assoenlogi, Ismea e Unione Italiana Vini con una produzione di 857mila ettolitri.

Un po’ sotto la stima iniziale (che prevedeva un aumento del 10%) dovuto soprattutto al clima che ha penalizzato i rossi con la prima metà di settembre siccitosa e piogge che sono arrivate troppo tardi per recuperare. Non sono mancati per altro, durante l’anno, fenomeni meteo estremi che hanno colpito un po’ tutte le province marchigiane. Oltre l’80% è destinata a Doc, Docg e Igt, vini a denominazione maggiormente distintivi del territorio che valgono, secondo l’ultimo report Ismea/Qualivita, ben 97 milioni di euro.

C’è tuttavia grande preoccupazione nel settore alla luce delle nuove restrizioni su bar, ristoranti e locali: secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati Ismea si va verso un calo del 48% delle vendite per cibi e bevande. Per non parlare del mercato estero che ha fatto segnare nelle Marche un calo dell’export del 2,2% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al 2019.

La pandemia mondiale ha penalizzato soprattutto gli scambi con la Cina, dove il virus ha colpito per primo, con un – 37% di bottiglie vendute, in Inghilterra (-10%), in Francia (-37%) e in Spagna (-32%), paesi europei che hanno operato una maggiore stretta sugli spostamenti per contenere i contagi e anche in Russia (-16%) con la quale le tensioni internazionali.


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