ANCONA – Sono circa 300 le persone attualmente positive al coronavirus in case di riposo ed Rsa nelle Marche. Lo ha riferito l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini a margine del Consiglio regionale straordinario dedicato alle misure e alla situazione determinata dalla pandemia di Covid-19. “Il quadro delle Rsa – ha aggiunto – vede aumentare i malati covid all’interno delle strutture. Abbiamo dato una direttiva al Servizio sanitario di verificare come mai è avvenuto questo e se sono stati posti in esecuzione i temponi preventivi sul personale”.

Un’altra indicazione, ricorda Saltamartini, è che “questi pazienti delle Rsa possano essere curati non con il sistema dei medici di famiglia, ma con la sanità ospedaliera, dunque sottoposti a visite specialistiche, con infermieri professionali ed equipaggi delle Usca (unità speciali continuità assistenziale)”.

Ciò per “fornire i trattamenti necessari, la migliora cura possibile, ma anche per evitare che il sistema ospedaliero entri in collasso per questo altissimo numero di degenti che vengono dalle case di riposo”.

“Le case di riposo sono monitorate tutto il giorno dalla sanità pubblica – ha ribadito – Teniamo conto che in queste case di risposo si registra una carenza di personale, di infermieri e di oss: è un problema che stiamo affrontando perché sostanzialmente, con il concorso bandito per assumere infermieri negli ospedali, nella sanità pubblica, c’è un effetto attrazione per quanto riguarda gli infermieri che lavorano nelle case di riposo. Cercheremo di risolvere anche questo problema”.

La Regione Marche sta valutando l’apertura di un terzo modulo da 14 posti all’interno del Covid Hospital di Civitanova Marche, l”astronave’ ideata da Guido Bertolaso, in base alla “domanda del territorio” dopo gli altri due già attivati. Ne ha parlato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini che ha rimarcato la carenza di posti di terapia intensiva e di personale. “La struttura civitanovese – ha spiegato – può ospitare anche degenti infettivi ordinari”.

“Il problema – ha lamentato – è l’aumento dello stress negli organici delle strutture ospedaliere”, in quanto al Covid Hospital “vanno a lavorare medici e infermieri dell’Area vasta 3 di Macerata”. Per questo la giunta pensa anche ai “comandi” tra le quattro aziende sanitarie e ospedaliere e punta dunque a “raccordarle”.

“In giunta – ha detto ancora – è stato creato un gruppo di coordinamento per far sì che nelle quattro aziende ospedaliere vi sia equilibrio tra ricoverati e prestazioni da garantire”.

“Non si muore solo di Covid – ha ricordato -, anzi si muore prevalentemente di patologie cardiovascolari o di altre: dobbiamo cercare di curare anche gli altri pazienti non Covid”.

Per ridurre l’ospedalizzazione, ha riferito Saltamartini, sono state potenziate anche le Usca (unità speciali di continuità assistenziale) dotate anche di “apparecchiature per eseguire radiografie a domicilio”, al fine di rilevare eventuali “polmoniti interstiziali”: le Usca sono attualmente 31.


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