ASCOLI PICENO – Il problema dei cattivi odori tra Villa Sant’Antonio e Castel di Lama resta di interesse per le cronache cittadine ma, a quanto sembra, di difficile risoluzione, considerando quanti anni sono trascorsi dall’inizio delle lamentele dei cittadini. I due gruppi consiliari ascolani, il Movimento Cinque Stelle e Ascolto e Partecipazione hanno quindi presentato una interrogazione a risposta orale indirizzata al sindaco Fioravanti e agli assessori con deleghe ad Ambiente e Società Partecipate.

Di seguito il testo.

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PREMESSO CHE: 

  • il Movimento 5 Stelle Ascoli Piceno insieme a vari gruppi M5S della Vallata del Tronto segue le vicende degli inquinamenti ambientali e dei cattivi odori a Villa Sant’Antonio e a  Castel di Lama da molti anni. In particolare il M5S di Ascoli ha portato il problema delle  sofferenze dei cittadini della frazione a livello istituzionale, anche nella scorsa consiliatura, con atti consiliari (già a agosto del 2014 e nel 2017) e comunicati; 
  • anche il gruppo di Ascolto e Partecipazione sin dall’inizio della sua attività politica ha posto grande attenzione ai problemi ambientali dei cittadini di Villa Sant’Antonio, fino  all’interrogazione a risposta scritta protocollata l’8 ottobre 2020; 
  • i problemi ambientali che affliggono questa frazione particolarmente vessata sono, purtroppo, storicamente, tanti:  

l’inquinamento da polveri sottili, con centraline che, finché c’erano (2010), registravano valori incredibilmente alti, sforando di molto i limiti consentiti e per un  numero di volte superiore alla norma;  

la presenza di rifiuti pericolosi nell’area ex-Ocma, conosciuta ben prima del fallimento  dell’azienda (con 1.500 tonnellate sequestrate già nel 2010 dal Noe, Nucleo  Operativo Ecologico dei Carabinieri, arrivate nel conteggio del curatore fallimentare a 38 mila tonnellate); 

l’utilizzo attuale dell’area ex-Ocma, con ulteriori rifiuti depositati e a volte bruciati, e  l’acquisto dell’azienda fallita da parte di una società croata che si occupa di rifiuti, ha  avuto problemi legali in patria e ha avviato la richiesta per installare in loco una  piattaforma per il trattamento di rifiuti pericolosi;  

la presenza della Deatech, azienda a rischio Seveso 3, con i relativi dubbi sul piano di  emergenza; 

i miasmi provenienti dalla discarica di Relluce; 

i miasmi provenienti dal depuratore di Campolungo, di proprietà Consind e gestito dall’azienda Picenadepur.  

 

CONSIDERATO CHE: 

i miasmi provenienti dal depuratore di Campolungo sono il problema recentemente più assillante, oggetto come gli altri di costanti e eclatanti proteste dei cittadini,  con conseguenti promesse di soluzioni da parte delle Amministrazioni coinvolte che  purtroppo non sono mai state mantenute; a titolo esemplificativo si ricorda la nota della  Provincia (protocollo n. 1819 del 26/01/2018) in cui si annunciava una campagna di rilevamento a base di centraline, “nasi elettronici” e monitoraggi vari, con lo stanziamento di 65 mila euro. Grande risalto sui giornali locali, utilizzo dell’argomento in  campagna elettorale, ma i cittadini lamentano che in realtà nulla è stato realizzato, e che  i 65 mila euro erano di fatto 7 mila, peraltro mai investiti a Campolungo; si ricorda inoltre  la nostra mozione approvata all’unanimità nel Consiglio comunale del 19 dicembre  2017, a cui non fu dato però seguito concreto; 

– gran parte dei cittadini della zona si sono da anni organizzati nel “Comitato anti inquinamento Villa Sant’Antonio – Castel di Lama”, che ha messo in atto varie iniziative,  tra cui:  

l’esposizione di lenzuola con la scritta basta puzza depuratore”, che ha visto decine  di lenzuola esposte dalle finestre soprattutto lungo la Salaria, a Villa Sant’Antonio e a  Castel di Lama, una mobilitazione che ha visto attivarsi dalle nonne ai nipoti, con le  case piene di bombolette spray e lenzuola ad asciugare, scambio di biancheria e forte  presenza social, con riverberi anche su giornali e tv; 

l’acquisto di centraline per monitorare personalmente la situazione dell’aria, con dati  distribuiti online in tempo reale, con risultati non rassicuranti

una manifestazione di protesta con continui attraversamenti pedonali della Salaria; una processo civile, ora in appello, con la costituzione di parte civile di oltre 200  cittadini, fatto senza precedenti perlomeno nel nostro territorio; 

– i cittadini raccontano di un clima istituzionale e politico particolarmente spiacevole, frustrante e disturbante, in cui i rappresentanti degli enti pubblici coinvolti (dall’Arpam al  Consind) hanno negato, anche sui giornali e per anni, l’esistenza del problema,  descrivendolo come un’invenzione delle centinaia di cittadini che da anni protestano (!),  e in cui i sindaci ascolani coinvolti (Castelli prima, nonostante la mozione di impegno  proposta dal Movimento 5 Stelle e approvata all’unanimità in Consiglio comunale, e  Fioravanti poi) non si sono espressi chiaramente sulla questione e hanno addirittura  rifiutato di incontrarli. I cittadini considerano un’eccezione positiva il sindaco di Castel di  Lama Bochicchio, che partecipava già prima alle iniziative dei cittadini e poi da sindaco  si è molto attivato presso gli enti;  

– inoltre, per completare il quadro sul clima spiacevole e disturbante, la proprietà e la dirigenza dell’azienda che gestisce il depuratore di Campolungo, Picenadepur, sono le  stesse di Uniproject, società che gestisce un altro impianto di depurazione di proprietà  del Consind, quello che causa analoghi problemi ai cittadini di Maltignano e conferisce i  liquidi trattati al depuratore di Campolungo. E quando nel 2015 il consigliere comunale  Massimo Tamburri e l’ex-consigliere regionale Peppe Giorgini hanno comunicato alla  stampa l’esistenza di un’inchiesta del Tribunale di Potenza che coinvolge Uniproject,  con ipotesi di reati ambientali gravi, l’azienda invece di dare spiegazioni ha denunciato  civilmente e penalmente i consiglieri M5S per… aver riportato la notizia (denunce  archiviate).  


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