ASCOLI PICENO – Non festeggia Confindustria Centro Adriatico per l’approvazione, nella commissione Bilancio della Camera, della decontribuzione per le industrie dell’area di crisi industriale complessa del Piceno. Sia per i tempi lunghi previsti sia per l’esclusione del distretto calzaturiero del Fermano, che sta attraversando un momento difficile.

“Confindustria Centro Adriatico esprime nuovamente forte preoccupazione rispetto alla mancata estensione dello sgravio contributivo, previsto per il Mezzogiorno, alle aree di crisi industriali complesse del “Distretto delle Pelli – Calzature Fermano – Maceratese” e della “Val Vibrata – Valle del Tronto Piceno”.

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha infatti concluso l’esame e l’approvazione degli emendamenti al disegno di Legge di Bilancio 2021 escludendo dal beneficio tutte le aree di confine con il Sud d’Italia tra cui le Province di Ascoli Piceno e Fermo, oggi interessate da crisi economiche “straordinarie”. La proposta di includere anche i nostri territori era stata ripetutamente sollecitata dal Presidente Simone Mariani e da tutti gli esponenti della governance confindustriale.

Inoltre tutta la Provincia di Fermo ed in parte quella di Ascoli Piceno sarebbero fuori anche da queste nuove provvidenze finanziarie stanziate dalla Commissione Bilancio all’interno del “Fondo di sostegno ai Comuni marginali” a favore della zona del comprensorio di bonifica del fiume Tronto, per la realizzazione di interventi di supporto alle attività economiche finalizzati al contrasto dei fenomeni di deindustrializzazione e impoverimento del tessuto produttivo.

“In attesa di verificare i testi ufficiali delle norme che verranno definite dal Parlamento, – dichiara il Presidente Mariani – è inaccettabile l’aver completamente disatteso le legittime aspettative di un distretto calzaturiero che da anni ha sollevato in tutte le sedi istituzionali la questione dell’alto costo della manodopera. Senza considerare che le pur cospicue risorse assegnate per la zona ex Casmez saranno disponibili solo quando verranno definiti i criteri di accesso. Infatti il riparto delle risorse, nonché la definizione degli aspetti operativi sono rimessi ad un Dpcm da adottare su proposta del Ministro per il sud e la coesione territoriale. Al contrario la decontribuzione fino al 2029 avrebbe da subito potuto incidere sulle sorti di numerose imprese ad alta incidenza manifatturiera, già in difficoltà prima del Covid ed ora letteralmente in ginocchio”.

Per Confindustria Centro Adriatico un vero e proprio “passo falso” che rischia di compromettere definitivamente la competitività delle imprese locali e l’attrattività delle nostre Province: “Ora l’auspicio è che il Governo e il Parlamento intervengano tempestivamente nei prossimi provvedimenti legislativi per modificare una norma agevolativa che oggi penalizza il Sud delle Marche”.


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