ANCONA – Situazione occupazionale nelle Marche a un bivio, secondo la Cgil Marche. Nei primi 9 mesi del 2020 si sono registrate 109 mila assunzioni, -54 mila rispetto all’anno precedente (-33,2%).

A farne le spese soprattutto i lavoratori precari con contratti a termine, in somministrazione e apprendistato. Sono diminuite anche le cessazioni, in misura minore grazie soprattutto al blocco dei licenziamenti, ma il saldo tra assunzioni e cessazioni resta negativo(-13 mila rapporti di lavoro) ,in particolare per contratti a tempo indeterminato. Nel 2020 sono state autorizzate quasi 100 milioni di ore di cassa integrazione (il lavoro di 60mila addetti a tempo pieno).

“Siamo a un bivio – afferma la segretaria generale Cgil Marche, Daniela Barbaresi – o si costruiscono le condizioni perché il 2021 sia l’anno della ripartenza o le Marche saranno destinate a un declino irreversibile, schiacciate nella morsa tra le regioni del Nord che, pur subendo i pesanti effetti della pandemia, rappresentano la locomotiva del Paese, e quelle del Sud che beneficiano di specifiche misure di sostegno, a partire dalla fiscalità di vantaggio”.

Sul confronto Regione-Governo sul Next Generation Ue: “in assenza di una strategia chiara e definita da parte della Regione, nel 2021 le conseguenze per l’occupazione e per le prospettive di sviluppo potrebbero essere davvero pesanti e irreversibili”.

“Il prezzo pagato dal lavoro è già stato enorme, – osserva Barbaresi- con oltre 35 mila occupati in meno in un anno, soprattutto donne (-25 mila) e giovani, e altrettanti che rischieranno di perdere il lavoro quando cesserà il blocco dei licenziamenti, se non prorogato, e con il sistema di ammortizzatori sociali insufficienti e inadeguati, con rischio per la tenuta sociale del Paese, in particolare, delle Marche”.

Barbaresi ha chiesto alla Regione di “aprire una discussione per essere pronti a fronteggiare il probabile aumento dei disoccupati”, creare lavoro di qualità per agganciare il prima possibile la ripresa. I principali indicatori per le Marche risultano in picchiata e sono peggiori della media nazionale: Pil -10,6%, investimenti -16,1%, spesa delle famiglie -12,3%, esportazioni al netto di farmaceutica e nautica -16,6%.


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