ANCONA – Furti e spaccio in diminuzione ma salgono i maltrattamenti in famiglia. L’effetto pandemia si riversa anche nei reati e nei processi penali rimasti bloccati per due mesi, nella prima fase, tanto che nel primo semestre 2020 se ne sono tenuti il 30% in meno (meno del 10% invece nel civile).

Emerge dalle anticipazioni fatte dal presidente della Corte di Appello Luigi Catelli e dal procuratore generale Sergio Sottani in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario che si terrà oggi, 30 gennaio, in forma ristretta (cerimonia di un’ora a partire dalle 10.30 nell’aula Amato di Palazzo di Giustizia ad Ancona e senza autorità).

“Il periodo di emergenza pandemica ha impattato anche sulla giustizia – ha osservato Catelli -, c’è stata la percezione di blocco totale e così è stato infatti dal 9 marzo all’11 maggio, per un decreto ministeriale che ha bloccato tutti i processi tranne quelli urgenti e con detenuti. La preoccupazione principale era stato mettere in sicurezza gli uffici oltre che mandare avanti la giurisdizione”. Il procuratore generale Sottani ha sottolineato come l’emergenza sanitaria abbia inciso sulla attività giudiziaria: “L’obbligo di stare a casa ha indirettamente cagionato la diminuzione dei reati contro il patrimonio, in particolare i furti, dove si registra un -24%, e per quelli in abitazione -37%. In flessione anche lo spaccio da strada, adesso lo fanno dentro le case”.

Preoccupano i reati legati alla prevenzione degli infortuni sul lavoro: quelli di omicidio colposo sono passati da 8 a 19, un +138%. Nel primo semestre 2020 sono aumentati anche i reati informatici, quasi dell’80% e quelli per illecita erogazione dei fondi statali, +63%, collegati alle zone terremotate (per i contributi di autonoma sistemazione, Cas). I maltrattamenti in famiglia hanno subito un aumento del 49%, nessuna variazione per lo stalking che registra una lieve flessione.


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