ASCOLI PICENO – “Una speranza per la ripresa e contro la desertificazione”. Così Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno, commenta la presentazione in Parlamento del Piano aggiuntivo di stanziamenti per la ricostruzione post sisma. “Ricostruire infrastrutture e attività ancora purtroppo delocalizzate o costrette a situazioni di emergenza – aggiunge Balloni – perché, in base a quello che possiamo constatare sul campo come associazione di categoria, più tempo passa e più la ripresa si fa a rischio. E se ciò continuasse la speranza di un ritorno di persone e lavoro in quei luoghi cadrebbe definitivamente”.

“La nostra montagna, così come tante aree simili del Paese – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – già prima del sisma soffriva di questa tendenza alla desertificazione, proprio per le poche opportunità di lavoro e di crescita offerti alla gente. E soprattutto ai giovani che in primis hanno bisogno di un gancio a cui appigliarsi perché, come costatiamo giorno per giorno, moltissimi di loro non abbandonerebbero il territorio se non li costringesse proprio l’esigenza di sopravvivere e offrire il giusto a se stessi e alle proprie famiglie”.

Il commissario straordinario, Giovanni Legnini, ha consegnato in Parlamento il pacchetto di proposte per l’utilizzo delle risorse del Recovery fund e dei fondi della programmazione europea per rafforzare la ricostruzione, non solo materiale, del Centro Italia colpito dai terremoti del 2009 e del 2016. In tutto il pacchetto vale 4,7 miliardi di euro.

Di questi, 1,78 miliardi sono previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla base dei progetti del Recovery Fund, e sono finalizzati specificamente alla “Rigenerazione delle aree del sisma”. Altri 2,95 miliardi di euro sono previsti, per le stesse aree del Centro Italia, dalle risorse della programmazione dei fondi strutturali europei per il 2021-2026.

“Al di là di queste risorse, le aree colpite dal sisma – ha detto oggi il commissario Legnini in audizione alla Camera – hanno naturalmente accesso a tutte le misure orizzontali previste dal Recovery e alle altre misure di carattere generale messe in campo, rispetto alle quali chiediamo che vi sia, per le aree del sisma, un’esplicita quota di riserva, o un’indicazione di priorità”.

Il documento messo a punto dal commissario con il Dipartimento Casa Italia, sottolinea che le nuove risorse, tra Recovery e Fondi Ue, devono essere necessariamente considerate “aggiuntive e complementari” rispetto a quelle già disponibili per il Centro Italia per la ricostruzione pubblica (2,2 miliardi di euro già impegnati, più 1,7 miliardi di euro appena stanziati dalla Legge di Bilancio 2021) e per quella privata, che ammontano, al momento, a 6 miliardi di euro.


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