ASCOLI PICENO – “Circa 14 mila posti di lavoro spazzati via nelle Marche nel corso del 2020, per oltre il 64% al femminile”. È il conto davvero salato che la pandemia, in un anno in emergenza sanitaria vissuto tra tante restrizioni (e pochi ristori), ha presentato ai dati sull’occupazione della nostra regione. Il centro studi della Uil Marche, su dati Istat, illustra un quadro davvero preoccupante.

L’occupazione diminuisce del 2% rispetto al 2019 e aumentano gli inattivi del 3%. Ben 56 mila sono persone sfiduciate, rassegnati tra i 15 e i 64 anni che smettono di cercare. Lo scorso anno erano 11mila in meno. Tra i settori più colpiti ci sono i servizi (persi 16mila posti di lavoro) e il commercio (-18mila occupati, compresi turismo e ristorazione). Tra le province, quella che mantenere il maggior tasso di occupazione è Pesaro Urbino (66,1%) mentre il fanalino di coda è Ascoli Piceno (59,8%). Nella provincia picena un lavoratore su tre è inattivo e si registra anche il tasso di disoccupazione più alto della regione (oltre l’11%) seguita da Ancona (8%).

“È il momento della responsabilità, dell’unità e dell’impegno comune per assumere le decisioni necessarie per rafforzare la coesione sociale nel nostro Paese ed investire sul mondo del lavoro – commenta Claudia Mazzucchelli, segretaria generale Uil Marche – Bisogna riformare con urgenza gli ammortizzatori sociali, semplificando le procedure e coprendo tutti i settori che vivono questo un momento di difficoltà,  ma anche le politiche attive del lavoro perché diventino uno strumento efficace. I giovani e le donne in particolare sono quelli che hanno pagato maggiormente la crisi ora è tempo di scegliere. Vanno fatti investimenti per rilanciare lo sviluppo soprattutto nella nostra regione, usando bene le tutte le risorse a cominciare da quelle di Next Generation,  per creare occupazione di qualità stabile e dignitosa”.


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