ANCONA – “Marche, prima regione d’Italia per il lavoro usa e getta”.

Lo rilevano Cgil Marche e Ires Cgil: hanno la più alta incidenza dei contratti intermittenti sul totale delle nuove assunzioni (17,0% a fronte del 7,9% della media nazionale).

Nel 2020, le assunzioni nelle Marche sono state 139.406 cioè -31,1% rispetto al 2019 (-63 mila) e del 38,0% dal 2018 (- 85 mila). “Il numero di assunzioni crolla per tutte le tipologie contrattuali – rileva Cgil Marche – e i contratti a tempo indeterminato rappresentano solo il 13% del totale. Anche per le cessazioni, tutte le tipologie contrattuali hanno registrato una variazione negativa, il cui saldo è pari -26.180 e si assiste ad una diminuzione significativa delle trasformazioni di contratti precari in contratti a tempo indeterminato”.

La regione è la terzultima in Italia per incidenza di contratti a tempo indeterminato sulle nuove assunzioni (13% contro 19,7% della media nazionale); la percentuale di assunzioni con contratti a termine si attesta al 37,8% (44,1% media Italia. Sopra la media nazionale le attivazioni con contratti di somministrazione (14% contro il 12,1% Italia) Le attivazioni sono calate in tutti i settori ad eccezione dell’aggregato “Istruzione, sanità e assistenza sociale”. I settori più colpiti sono attività artistiche e intrattenimento, seguiti da “Commercio, riparazione autoveicoli, trasporto e magazzinaggio, alloggio e ristorazione” e dal manifatturiero.


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