ASCOLI PICENO – Missione compiuta per l’Ascoli che raggiunge la salvezza con una giornata di anticipo grazie al 2-0 sul Cittadella e le contemporanee sconfitte di Reggiana e Cosenza; di Buchel al 39′ e di Bajic nei minuti di recupero del primo tempo le reti che hanno deciso il match.

“Ho sempre difeso l’operato della squadra – le parole del patron Massimo Pulcinelli – il mio un po’ meno, il sapore di questa salvezza è fantastico. Questo popolo merita questa serie, la maggior parte di loro ci è stato sempre vicino, qualcuno ci ha criticato, giustamente. Questi ragazzi hanno dato tutto, oggi abbiamo fatto la quarta vittoria consecutiva al Del Duca, cosa che non accadeva da oltre dieci anni; un grandissimo applauso a loro, al direttore Polito ed anche a me e mister Sottil che con tanto impegno e umiltà si sono messi a lavorare e ci hanno creduto dal primo all’ultimo minuto. Ringrazio in modo particolare chi ci ha criticato, sono stati stimolanti, ci hanno messo la voglia di fare questo risultato. Il momento in cui la fiducia ha vacillato è quando abbiamo fatto in 15 partite 6 punti, quando con il secondo allenatore abbiamo fatto un solo punto, lì fiducia ce n’era davvero poca. Però ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo messi al lavoro, pensiamo che nove undicesimi della squadra in campo oggi c’era dall’inizio dell’anno, tutto sommato non era stato fatto un cattivo lavoro, è stata fatta una cattiva gestione“.

“Non c’è motivo per non ripartire da queste basi nella prossima stagione – continua Pulcinelli – Sottil ha inciso molto, lui con Polito sono stati i cardini di questo gruppo, sono riusciti a motivare e mettere i giocatori in una logica positiva. Credo che il calcio insegni molto, come ad imparare dalle sconfitte e siccome di sconfitte ne abbiamo avuto anche nella gestione Sottil e Polito loro sono stati bravissimi a gestirle. Sicuramente c’è un pizzico di rammarico, questa squadra non era stata costruita per salvarsi ma per raggiungere i play off, come budget e come investimenti, se però sbagli le pedine fondamentali le cose non vanno, Pedine sbagliate non perché non capaci ma perché non sono riuscite a tirare fuori le energie che questi ragazzi avevano. Ai tifosi dedico questa salvezza, forse la maggior parte di loro non ci credeva, noi ci abbiamo sempre creduto, soffrendo ovviamente senza però mollare un centimetro. La domanda che ci siamo posti per oltre cento giorni è stata come fare meglio quello che stavamo facendo. Spero che nella prossima stagione i tifosi possano tornare allo stadio, anche se ovviamente non abbiamo certezze. Godiamoci questa salvezza e pensiamo a fare tre punti anche con il Chievo”.

“Ho parlato poche volte ma nei momenti giusti c’ero – dichiara il direttore sportivo Ciro Polito – Non sento mia questa salvezza, sono abituato ad accentrare il lavoro su una linea piramidale, quando sono andato dal patron a Roma ho assicurato anima e corpo, a lui e a questa città, sono sempre di dare un riferimento, nel calcio più snella è una società e più si ottiene. Dal primo giorno ho detto che fin quando ci sarei stato avrei potuto incidere, altrimenti non mi avrebbero visto più; è nata così quella coesione che strada facendo è diventata sempre più forte. Abbiamo avuto diverse onde, ma sempre con la forza di reagire, ho sempre pensato che avremmo ottenuto quello che ci saremmo meritati. C’è chi diceva se avessimo fatto risultato a Cosenza, per me là abbiamo toccato il fondo, abbiamo avuto anche un duro scontro con il patron, ma gli ho assicurato la salvezza, lì ho tirato fuori gli artigli. Il giorno dopo quella sconfitta c’è stato uno scontro forte con la squadra, da lì siamo ripartiti per arrivare ad una salvezza con una giornata di anticipo insperata, è stata un’impresa che sembrava impossibile quando sono arrivato”.

“Vorrei ringraziare il patron -prosegue il ds bianconero – uno che ti stimola sempre e cerca di farti sempre arrivare al massimo, siamo arrivati all’obiettivo tutti insieme. Voglio ringraziare innanzitutto la mia famiglia, chi mi sopporta e mi supporta; vorrei ringraziare una città che purtroppo non ha potuto vivere insieme a noi questa gioia anche se ci hanno fatto sempre sentire il loro calore, anche con qualche critica. Voglio ringraziare anche la parte più debole del calcio, dai magazzinieri ai fisioterapisti, sono loro i primi a fare i sacrifici, i dottori e la sede, addetto stampa e team manager. Non ho ancora citato gli attori principali, i nostri gladiatori: questi giocatori sono stati straordinari, insieme allo staff tecnico e a mister Sottil, una scelta che poteva sembrare azzardata ma che sentivo mia , quando si lavora ci deve essere coesione tra allenatore e direttore, voglio ringraziare tutti, dal primo all’ultimo. Tutti sono stati acquisti decisivi, la squadra non si costruisce su chi va in campo ma per reparti, sono abituato ad avere due giocatori per ruolo. Parigini e altri che hanno giocato meno sono quelli che ti alzano il livello e la competizione, chi entra è pronto. E’ il gruppo ad essere decisivo. Dionisi è un vero giocatore di calcio, un tipo di giocatore che sta scomparendo, è stato quello che ha fatto da traino, ci ha creduto dal primo giorno venendo qua quando eravamo ultimi”.


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