ASCOLI PICENO – Missione compiuta per l’Ascoli che raggiunge la salvezza con una giornata di anticipo grazie al 2-0 sul Cittadella e le contemporanee sconfitte di Reggiana e Cosenza; di Buchel al 39′ e di Bajic nei minuti di recupero del primo tempo le reti che hanno deciso il match.

“Penso che questa sia una grandissima impresa – le dichiarazioni di Andrea Sottil – Non è un miracolo ma è frutto di un grandissimo e duro lavoro, tutti sono stati straordinari. Quando ho accettato questo incarico nella mia testa c’è sempre stata la certezza e la convinzione di centrare l’obiettivo, sapendo che sarebbe stato molto difficile; vedevo però nella squadra un potenziale, con il direttore Polito, persona che nonostante la giovane età ha dimostrato di saperci fare, siamo partiti con la convinzione di potercela fare. Ci sono state delle tappe difficili però mai ho pensato di non potercela fare. Quando sei in tribuna è ancora più snervante, ero dispiaciuto di non esserci, i ragazzi sono stati comunque bravi. Potevamo sicuramente chiudere la partita in 3/4 occasioni ma a questi ragazzi devo fare i complimenti, sono stati tutti magnifici. Una dedica? Ne ho un po’: la prima va alla mia famiglia, hanno sempre creduto in me e mi hanno sempre sostenuto anche nei momenti difficili. La seconda è alla mia mamma che ho perso, domani è anche la festa della mamma, sarebbe stata contenta. Poi a tutti i miei amici, che mi vogliono bene e che mi hanno sempre sostenuto”.

“Poi ci sono dei ringraziamenti speciali – continua l’allenatore dell’Ascoli – Innanzitutto a Ciro Polito che mi ha scelto ed ha visto in me il profilo giusto per questo percorso, so che lui mi stima ed io stimo lui, è la prima volta che lavoravamo insieme e penso che abbiamo fatto un grandissimo lavoro. Devo ringraziare il presidente che ha avallato la scelta, nei momenti difficili abbiamo avuto dei confronti leali e da uomini, è stato un presidente presente e che ci ha lasciato lavorare. Devo ringraziare il mio staff, per me è fondamentale, sono dei grandi professionisti, così come tutto l’entourage Ascoli, siamo stati tutti quanti squadra. Per ultimo, e non perché i meno importanti, devo ringraziare i miei ragazzi, sono stati straordinari, devono essere ricordati qua ad Ascoli per tantissimo tempo perché hanno scritto una pagina di storia senza mollare mai. Hanno dato il massimo giocando un gran calcio, soprattutto nel periodo finale con una media punti da play off. Ho vinto dei campionati in Serie C ma questa è la più bella vittoria da quando alleno. Sarebbe sbagliato fare un nome singolo in questo momento su chi sia stato decisivo, potrei fare Federico Dionisi perché l’ho detto tante volte, è entrato qui in punta di piedi e si è messo in discussione, è stato un leader in campo e fuori. Ce sono stati tanti decisivi, dal capitano Brosco a Leali e Eramo che era fuori rosa, nomino questi che sono stati da esempio per tutti; anche Pucino e Kragl, Saric e Buchel, tutti sono stati decisivi”.

“La sconfitta di Cosenza penso sia stata la vera scintilla – prosegue Sottil – Ci siamo confrontati duramente perché continuavamo a fare alti e bassi, dovevamo trovare continuità soprattutto mentale. Si sono confrontati anche tra loro, da là è successo qualcosa di positivo e non ci siamo più fermati. Le radici del successo sono state aver tracciato una linea, insieme al direttore, contando su determinati uomini e tracciando una determinata linea tattica. Ho scelto un sistema di gioco, per gli uomini che c’erano già qui si poteva giocare con il rombo e le due punti, Sabiri per me era un trequartista e può diventare un grandissimo trequartista. Da lì il direttore è stato bravo a cucirmi l’abito prendendo giocatori consoni a dare continuità ad un’identità tattica precisa, ha migliorato le coppie ed ha mandato via giocatori anche bravi ma con caratteristiche diverse. C’è stato anche un gran lavoro mentale, da tanti anni collaboro con Eugenio Vassalle che è un grandissimo mental coach, è stato presente con noi e lo ringrazio. Mente, fisica, tattica e identità, abbiamo spinto su tutte queste componenti”.

“Ad un certo punto ho puntato su un determinato undici iniziale – conclude il tecnico bianconero – Serviva una forte continuità anche per questione di caratteristiche, pensavo che Sabiri con le due punte giocasse meglio, per questo ho scelto Bajic. Da lì poi abbiamo cercato di costruire partite dentro le partite, la squadra ha preso una forte identità, anche chi entrava funzionava meglio. E’ un gran peccato che la gente sia dovuta rimanere a distanza, per me la tifoseria è la componente più bella dello sport, Ascoli è una piazza con una una storia lunga e gloriosa e dove sono passati grandi campioni, per me è stato un onore allenare l’Ascoli. Sono molto contento per la gente di Ascoli, una dedica speciale va a questa gente, con questa pandemia si sta soffrendo nel mondo, chi è vero tifoso, e qua ce ne sono tanti veramente attaccati alla maglia bianconera, non è potuto venire. Oggi possono gioire e se lo meritano veramente. Sarei molto contento di continuare anche il prossimo anno, devo ovviamente confrontarmi con il presidente ed il direttore per sapere le loro idee, quest’anno abbiamo fatto un capolavoro ma bisogna parlare; un conto e subentrare ed un altro partire dall’inizio, io ho idee molto chiare su quello che si può fare, devo però sentire la proprietà”.

 


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