ACQUASANTA TERME – I Carabinieri Forestali della Stazione di Acquasanta Terme hanno proceduto al sequestro di un autocarro e di una area di circa 300 metri quadrati interna al perimetro di una cava di travertino in attualità di coltivazione sita nel Comune di Acquasanta Terme, dove sono stati scaricati rifiuti costituiti da terre da scavo frammiste a materiali derivanti dalla lavorazione della pietra, plastica e spazzole esauste per la levigazione di materiale lapideo”.

Così si apre la nota stampa, diffusa e giunta in redazione il 12 maggio, dal Gruppo Carabinieri Forestali Ascoli Piceno: “Da giorni era all’attenzione dei militari un cantiere poco distante dalla cava suddetta, all’interno del quale erano stati notati rifiuti riconducibili all’attività di lavorazione di granito e travertino precedentemente esercitata in tale sito. L’attività investigativa posta in essere per verificare il corretto smaltimento dei rifiuti, ha permesso di cogliere in flagranza di reato il conducente di un autocarro mentre stava provvedendo al trasporto e allo scaricamento di parte dei rifiuti in argomento su un pendio ad elevatissima inclinazione, interno all’area di cava”.

Nel comunicato si legge: “Il conduttore del mezzo è risultato privo di qualsivoglia documentazione prevista dalle normative ambientali ed il mezzo di trasporto utilizzato è risultato non iscritto all’albo dei gestori ambientali, pertanto non autorizzato al trasporto di rifiuti”.

Dal Gruppo proseguono: “Sul posto è intervenuto personale dell’Arpam, Dipartimento di Ascoli Piceno che ha eseguito campionamenti sui rifiuti abbandonati per sottoporli a successive analisi. Gli esiti analitici forniranno indicazioni circa la loro pericolosità”.

“L’attività svolta ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria del responsabile legale della – si legge nella nota stampa – ditta titolare dell’autorizzazione per l’attività estrattiva e del conducente dell’autocarro per violazione dell’articolo 256/1°comma del Decreto Legislativo 152/2006 che, in caso di rifiuti pericolosi, prevede la pena dell’arresto da 6 mesi a 2 anni ed un’ammenda da 2.600 a 26 mila euro mentre, in caso di rifiuti non pericolosi, la pena dell’arresto da 3 mesi a 1 anno oppure un’ammenda da 2.600 a 26 mila euro”.


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