ASCOLI PICENO – Di seguito una nota del Sappe, giunta in redazione il 3 giugno.

E’ stato un grande successo di pubblico e di partecipazione quella che si è svolta questa mattina ad Ascoli Piceno davanti al carcere di Marino del Tronto. Organizzata dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe e dalle altre Sigle sindacali del settore, osservando le norme sul distanziamento sociale e indossando le mascherine del Sindacato, i partecipanti hanno chiesto un decisivo impegno dei vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia per ottenere più tutele e garanzie per il Personale del Corpo nonché per denunciare le gravi condizioni lavorative.

Spiega Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sappe: “Questa mattina siamo stati in piazza a gridare e denunciare le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri marchigiane ed italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri. Denunciamo la grave carenza di organico del personale di Polizia Penitenziaria e soprattutto la gravissima attività anti sindacale posta in essere dal Direttore e dal Comandante del carcere di Ascoli Piceno contro i sindacalisti del Sappe che sistematicamente denunciano le cose che non vanno nel carcere e sul servizio. E’ inaccettabile tutto questo! Abbiamo ottenuto per mercoledi prossimo 9 giugno un incontro con i vertici regionali dell’Amministrazione Penitenziaria ai quali diremo tutto le cose che non vanno e, soprattutto, soluzioni concrete ai disagi della Polizia Penitenziaria di Ascoli”. Apprezzata la presenza di parlamentari e politici locali alla protesta sindacale.

Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Ascoli Piceno arriva da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinchè le giuste proteste dei colleghi di Ascoli trovino attenzione e conseguenti provvedimento. Il dato oggettivo è che anche questa denuncia ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. La situazione nelle carceri resta allarmante”. “Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto”, conclude Capece. “Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere di Ascoli. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ed è inaccettabile ed intollerabile il clima di persecuzione posto in essere da Direttore e Comandante del carcere di Ascoli Piceno verso chi chiede rispetto delle regole, degli accordi e trasparenza amministrativa!”.

“Per noi del Sappe”, conclude Capece, “il personale di Polizia Penitenziaria è stanco di subire umiliazioni ogni giorno a causa di una amministrazione matrigna che non tiene affatto al benessere del personale. Oggi in piazza con noi, pur nel contenimento dei numeri legati all’emergenza Covid-19, c’erano colleghe e colleghi stufi di questa situazione assurda che vede il paradosso di agenti aggrediti, i poliziotti denunciati ed i detenuti coccolati…”.


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