SPINETOLI – Un secolo di vita trascorso tra le terre del Piceno: da Campolungo a Pagliare. Una fede incrollabile, il suo adorato marito che non c’è più. I figli, i nipoti. Il suo orto, i frutti della sua terra. È una vita dedita alla famiglia quella di Francesca Traini, che oggi ha compiuto cento anni.

E il sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, omaggia la sua concittadina con una targa per festeggiare il grande evento, insieme al parroco del paese, Don Basilio Marchei, che le porge i suoi calorosi auguri. Capelli bianchi, il viso segnato dalle rughe, ma lo sguardo attento e i suoi occhi ancora giovani e pronti a regalare un sorriso spontaneo a chi ha la fortuna di incrociarli.

La centenaria Francesca Traini, nata a Campolungo il 6 giugno 1921, autentica memoria storica del paese, ha, così, spegne oggi nella propria abitazione di Pagliare del Tronto le candeline a tre cifre sopra alla gustosa torta preparata con amore dai suoi familiari: 2 figli, 5 nipoti e 10 pronipoti.

Tutti insieme a festeggiare la nonna bis, omaggiata dalla famiglia con pergamene, regali di ogni tipo e video interviste in cui lei stessa ripercorre, con grande perizia e lucidità, i suoi anni  trascorsi a Campolungo e il suo trasferimento a Pagliare del Tronto, avvenuto nel 1931. Visibilmente emozionata, “nonna n’gecca” – così la chiamano affettuosamente i suoi adorati nipoti – non risparmia le parole, regalando un consiglio a tutte le mamme: ”Sappiate educare i figli, affinché amore e rispetto rappresentino la loro stella polare per tutta la vita“.

Ma dai suoi occhi traspare ancora oggi l’immenso amore che prova per il suo Donato, l’amore di una vita, scomparso il 28 aprile del 2015 a 97 anni. Lui e lei. Insieme per ben 73 anni: una storia d’amore come in un film. Nel ‘39 lui, Donato Alesiani, parte come militare e subito dopo scoppia la seconda guerra mondiale. Nel ‘42 trovano il tempo di sposarsi. Ma poi, quando il mondo è in balìa dell’orrore del conflitto, i due innamorati non hanno scelta: devono separarsi.

Donato saluta la sua Francesca in un arrivederci che pensava sarebbe durato una eternità. Torna sul fronte e pochi mesi dopo viene catturato dai nazisti e deportato nel campo di concentramento di Dortmund per ben tre anni. Ma lei lo aspetta senza indugiare, con il cuore pieno di speranza e di fede, convinta che il suo amato marito ce l’avrebbe fatta a sopravvivere e a tornare, un giorno, da lei. E così è stato: la grande guerra è finita e Donato, sebbene dimagrito e provato fino allo sfinimento, torna a Pagliare il 18 agosto del 1945 e insieme ricominciarono a vivere. I 73 anni più belli e intensi della loro vita. Che “nonna n’gecca” non dimenticherà mai.


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