CASTELLUCCIO – Di seguito una nota, giunta in redazione, il 28 giugno, dall’Ufficio Stampa del Parco dei Sibillini.

Quest’anno l’atteso ripetersi della fioritura di Castelluccio ha imposto una riflessione sulla gestione di tale straordinario spettacolo, a fronte della ormai nota sentenza della Corte di Appello di Roma per gli usi civici che, nel marzo scorso, ha confermato quanto già stabilito dalla sentenza del Commissario agli usi civici di Lazio, Umbria e Toscana e cioè il divieto di realizzare parcheggi per autoveicoli, anche solo temporanei, sul Pian Grande di Castelluccio. Da qui la consapevolezza che questo avrebbe comportato per la nuova fioritura un inevitabile aggravamento della già critica situazione del flusso veicolare, che l’anno scorso, soprattutto nei fine-settimana, ha fatto registrare momenti preoccupanti di congestione, che avrebbero potuto anche impedire l’intervento di mezzi di soccorso in caso di emergenza o necessità. Tale previsione, anche in considerazione delle possibili conseguenze negative sul delicato equilibrio ecosistemico del luogo e sui fruitori che non si troverebbero a vivere l’esperienza attesa, ha motivato un confronto tra i vari soggetti istituzionali competenti.

A riguardo l’Ente Parco si è fatto parte attiva per portare avanti un tavolo di mediazione con gli attori coinvolti per contemperare, se possibile, le diverse istanze. Il presidente del Parco, Andrea Spaterna, ha personalmente convocato numerosi incontri di confronto, ai quali sono sempre stati invitati i Sindaci dei Comuni di Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera e Norcia e i Presidenti delle rispettive Province; quindi ha sempre partecipato in prima persona a tutti gli altri tavoli sul tema, convocati dalle Prefetture e non solo, e ai quali il Parco è stato invitato. Purtroppo, malgrado l’impegno di tutte le Istituzioni, alle quali va comunque un sentito ringraziamento per l’impegno dimostrato, l’intento non è andato almeno per il momento a buon fine, in quanto non si è riusciti a fare sintesi delle diverse esigenze e aspettative, peraltro tutte più che comprensibili e valide, ma tra loro non convergenti. Ne discende che l’Ente Parco, pur non avendo competenze dirette in materia di viabilità, protezione civile e ordine pubblico, non si è assolutamente sottratto al senso di responsabilità nel cercare una soluzione condivisa che potesse garantire a quante più persone possibili di godere dello straordinario spettacolo della fioritura, purché in un contesto di sicurezza e di sostenibilità ambientale. Appare pertanto del tutto inaccettabile e ingenerosa la critica mossa al Parco di non aver risposto all’invito di portare avanti un’azione di coordinamento tra i vari attori interessati.

Quello che è seguito è l’ormai nota iniziativa, assunta dai componenti del versante umbro anche sulla base delle indicazioni tecniche delle forze dell’ordine, di chiudere ad auto e camper l’accesso nei primi due fine settimana di luglio, lasciando libero transito solo ai mezzi a due ruote, alle auto di residenti, dimoranti, esercenti, di persone con disabilità motoria o di coloro in possesso di prenotazione presso ristoranti o strutture ricettive, di autorizzati ad altro titolo, nonché a navette e bus turistici, organizzando per gli altri mezzi un servizio di prenotazione presso i parcheggi di corona, con la possibilità di arrivare poi a Castelluccio attraverso un sistema di navette.

L’auspicio è che tale scenario possa quanto meno contribuire a distribuire più equamente il carico dei flussi turistici su tutti i giorni della fioritura e non concentrarli, come è sempre accaduto negli anni passati, prevalentemente sui fine-settimana. 

Certamente è di tutti la consapevolezza che la fioritura rappresenta un’opportunità straordinaria e attesa per l’economia locale, non solo riferita alla frazione di Castelluccio e dei tre Comuni porte di ingresso ai piani (Norcia, Castelsantangelo sul Nera, Arquata del Tronto), ma anche di numerosi altri comuni che ad anelli concentrici beneficiano dell’impennata turistica che si registra in questo periodo.

Un richiamo, infine, ai visitatori, perché vivano la fioritura come un’esperienza di connessione con un sistema naturalistico, bellissimo ma altrettanto fragile, che merita e impone attenzione e rispetto.


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