ANCONA – La Regione Marche crede nei ‘Centri Commerciali Naturali’, aggregazioni di piccoli operatori commerciali dei piccoli centri storici marchigiani che, mediante forme societarie come consorzi o cooperative, adottano politiche di sviluppo comuni.

Al centro i progetti realizzati in sinergia da Comuni, privati e associazioni, dedicati a creare una microeconomia sfruttando tanti elementi: dall’arredo urbano ai servizi comuni, dalla fidelity card a tutta una serie di servizi per costituire una valida alternativa ai centri commerciali classici delle città. Sono stati ventuno i progetti quelli presentati con ben 206 piccole e medie imprese coinvolte, per lo più commerciali, legate all’artigianato artistico di qualità. Per ognuno un contributo in conto capitale pari al 50% del costo del progetto integrato e comunque non superiore a 70mila euro, per la realizzazione di progetti relativi alla riqualificazione e alla valorizzazione commerciale di aree, vie o piazze, con particolare riguardo ai centri storici o minori e privilegiando l’attivazione da parte dei giovani di nuovi esercizi commerciali.

“Un territorio dotato di bellezza, cultura e arte come quello marchigiano non può che ripartire da queste ricchezze per rilanciare il proprio commercio – spiega l’Assessore al Bilancio e alla Ricostruzione Guido Castelli – Per questo crediamo fortemente in un nuovo modello organizzativo, fondato sul ‘fare sistema’ e sulla consapevolezza che solo una gestione integrata dell’offerta può tutelare l’identità degli esercizi di piccola e media dimensione, garantendo loro reali possibilità di successo nella competizione con le altre tipologie distributive. Una ricetta che si rivela necessaria soprattutto nei piccoli borghi colpiti dal sisma o nelle aree di crisi industriale, dove occorre unire le forze in una sinergia pubblico-privato per salvare il proprio tessuto economico-sociale”.

Da una parte i Comuni, con il ruolo di promotori e di coordinatori di tutte le iniziative nonché la gestione della rendicontazione finale dell’intero programma, i cui interventi assimilabili riguardano l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica, ristrutturazione, ampliamento, trasformazione di immobili pubblici da adibire o adibite al commercio. Dall’altra le pmi, che grazie ai fondi puntano al rifacimento delle facciate degli immobili, alla sistemazione di vetrine, ristrutturazione, manutenzione straordinaria, nonché ampliamento dei locali adibiti o da adibire all’attività, illuminazione esterna, ma anche sistemi informativi da sviluppare con sistema delle reti di impresa attraverso l’utilizzo di supporti informatici, sistemazione chioschi e spese di investimento per l’adeguamento all’emergenza Covid-19.

Tra le priorità del bando il coinvolgimento finanziario di altri soggetti pubblici o privati, il numero delle pmi partecipanti, l’apertura o insediamento di nuove imprese, l’attivazione dell’e-commerce in esercizi operanti in sede fissa.

Se la prima tranche di fondi pari 400mila euro, era stata sufficiente per finanziare i primi sei progetti e 102 imprese integrate, con una nuova dotazione di ben 961mila Euro la Regione ha rifinanziato questo tipo di intervento permettendo lo scorrimento in graduatoria e il finanziamento di tutti i restanti progetti ammessi.

Protagoniste già nella prima tranche le province di Ascoli Piceno e Fermo, sede di quattro dei sei progetti già finanziati: sono il progetto ‘Futuro presente’ di Amandola che vede 23 pmi coinvolte, il ‘Commercialmente uniti’ di Comunanza con 19 pmi, ‘Shopping Experience’ di Fermo (15 pmi) e ‘Monsampolo guarda al futuro’ (Monsampolo del Tronto, 19 pmi). Tra quelli ammessi ci sono poi ‘Petritoli Viva’ di Petritoli (19 pmi), ‘Metro Zero’ di Cossignano (11 pmi) e ‘Borgo Santa Rosa’ di Falerone (4 pmi). L’importo degli interventi attivati ha permesso di muovere un investimento in totale di 3,4 milioni di Euro.

“Questa misura – prosegue Castelli – rappresenta un sostegno concreto per la valorizzazione dei centri storici oltre che un’efficace risposta alla grande distribuzione, visto che per la vocazione artigianale specifica e l’eccellente qualità del servizio, c’è un mercato diverso e ugualmente inarrestabile. Tra i fattori di spinta per lo sviluppo di queste economie – aggiunge l’Assessore – c’è poi la capacità dei centri commerciali naturali di offrire, salvaguardare e valorizzare spazi urbanistici di socializzazione, di vivibilità, di equilibrio socio-ambientale che restituiscono al cittadino il piacere di fare shopping in un ambiente familiare e non artificiale, specie in epoca Covid”.

 


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