ASCOLI PICENO – Di seguito una nota diffusa, il 14 agosto, da Ascolto&Partecipazione, giunta in redazione.
Riteniamo inaccettabile quanto accaduto nella Assemblea Territoriale chiamata a dare linee di
indirizzo al Piano d’Ambito nella Provincia di Ascoli Piceno. Un Piano la cui redazione è già in forte
ritardo, ed una Assemblea che dopo anni di riunioni si trova costretta a prendere decisioni fuori
tempo massimo (ricordiamo che tutte le provincie marchigiane in forte ritardo hanno ricevuto il
sollecito da parte della Regione).
Nessuna discussione sulla dovuta identificazione di siti alternativi idonei ad una discarica di servizio
in questi anni, e nessuna pianificazione sulle necessità di smaltimento idonee all ambito territoriale.
Si viaggia su grandi numeri sia per il trattamento del rifiuto residuo che per lo smaltimento, numeri
che vanno ben oltre il fabbisogno del territorio interessato; e soprattutto totalmente scollegati da un
piano di prevenzione della produzione dei rifiuti che riduca a monte la produzione di rifiuti non
riciclabili e delle plastiche, elementi che rappresentano una grande criticità.
Nessun obiettivo ambizioso nel perseguire logiche circolari e di riprogettazione di prodotti e sistemi,
in un territorio che vede nella facoltà dell’ Unicam un fiore all’ occhiello che forma giovani brillanti,
preparati e motivati dall’ indirizzo di Ecodesign. A nostro avviso, un grande potenziale non sfruttato
per l’economia circolare nel nostro territorio; come se, dopo aver scaldato i motori, anziché partire,
spegnessimo l’ auto. Stiamo parlando di un settore che è invece in forte espansione, come dimostrano
ormai tutta la letteratura e gli studi basati sulle evidenze, ed in grado di creare posti di lavoro,
alimentando un’economia compatibile con la riduzione degli impatti ambientali complessivi e la
conservazione delle risorse.
Non ci è noto se la Oikos, ditta incaricata a redigere il piano , abbia sottoposto scenari di riduzione
ai Sindaci dell’ Assemblea, e/o abbia richiesto loro indirizzi su scelte da perseguire in tal senso.
Nessuna discussione comunque è stata tenuta su beni e materiali di recupero che ancora oggi non
hanno una filiera del riuso nei comuni della Provincia e non trovano collocazione. Nessuna
condivisione di strategie ed azioni concrete da parte dell’ Ato 5 in grado di migliorare le qualità delle
raccolte – ancora molto carenti, migliorare le percentuali di raccolta differenziata, ridurre la
produzione procapite – ancora molto alta,
Sono state date linee di indirizzo basate esclusivamente su logiche di profitto legate al rifiuto residuo.
Le premure dei sindaci verso i cittadini che rappresentano sembrano concentrarsi solo sul presunto
vantaggio economico di una possibile riduzione della bolletta; obiettivo che, per quanto legittimo, è
pure alquanto miope, se come in questo caso i risparmi corrispondono dall’altro lato a costi ambientali,
sanitari, e in ultima analisi ugualmente economici sulla collettività nel suo complesso.
Ricordiamo peraltro che la massima autorità sanitaria territoriale è il Sindaco e che i Sindaci sono
chiamati ad esprimere parere sanitario negli iter autorizzativi di determinati impianti che ricadono nel
territorio di competenza.
Le scelte pianificatorie debbano basarsi su ben altri aspetti e non su progetti in corso di iter autorizzato
presentati da terzi, così come avvenuto. All’ Asssemblea è stato invece chiesto di dare linee di
indirizzo laddove risulta totalmente assente la parte propedeutica, e i numeri riguardanti gli impianti
che sono stati approvati rappresentano il segnale tangibile che non si ha la minima consapevolezza
rispetto a quelli che sono invece gli obiettivi che un piano d’ambito è chiamato a perseguire.
L’ adozione di questo modus operandi da parte della Oikos, soggetto che attraverso bando pubblico è
stato incaricato di redigere i Piani d’Ambito insieme ai sindaci, assume perciò vesti sconcertanti e
fuori luogo.
Faremo tutto ciò che è in nostro potere per contrastare questo approccio che arreca un danno allo
sviluppo dell’ economia circolare aprendo altresì le porte al trattamento e all’ abbancamento dei rifiuti
da parte dei territori vicini che sono già in difficoltà. Reputiamo gravissima e del tutto inaccettabile
la mancanza di una vera e condivisa pianificazione in grado di calibrare l’ impiantistica sulle necessità
dell’ ambito e su obiettivi specifici da raggiungere e ci chiediamo a tal proposito come il
sovradimensionamento possa inserirsi nell’ ottica dell’ economia circolare.
Non mancheremo di agire nelle sedi che riterremo poi opportune e di produrre le dovute osservazioni
a questo piano che nei numeri non rispetta le priorità ed ostacola il raggiungimento degli obiettivi
introdotti con il recepimento del Pacchetto Europeo sull’ economia circolare , richiamato anche dalla
Regione Marche nel sollecito alle Provincie di portare a termine la redazione del Piano.
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