MONTEGALLO – Di seguito un racconto di Giuliano Ghighi, che narra il cammino percorso lo scorso 22 agosto verso l’Eremo di San Francesco. Situato sopra alla frazione di Corbara, il luogo è stato profondamente scosso dal terremoto del 2016 e le testimonianze materiali della presenza di Don Quintino Sicuro, che lì abitava, sono ormai solo macerie. Nonostante ciò, forte è stata l’emozione per lo spettacolo offerto dalla natura.

Sono infinite le opportunità che il territorio Montegallese offre per creare e sviluppare percorsi di rinascita. Certamente, una delle meno proponibili, è quella fatta sposare alla causa del… disastro!

Specialmente se dopo 5 anni complicatissimi, i risultati della cura, si mostrano peggio della… malattia! Sappiamo dell’euforia e dell’entusiasmo di chi ha puntato i suoi progetti ed ideali sulla ghiotta… occasione; ma a questo punto dell’opera, è giusto che in tanti chiediamo a gran voce: “Chi ha impedito che l’opportunità… terremoto, non sia poi stata tale?” Chi ha fatto clamorosamente male, i conti? Gli abitanti, la gente, le persone, che vengono adorate perchè costruiscano i ponti che portano all’estasi del potere, debbono poi essere rese parte integrante della propria “vocazione” di amministratore.

Quei “ponti” che lindi e pinti, si è attraversati per l’ascesa, ogni tanto, è necessario ripercorrerli a ritroso! Tornare tra la gente e rifornirsi di linfa, per riprendere di buona lena il cammino mai interrotto, verso “binomi” come il connubio tra la nostra Terra e la scelta del Servo di Dio Don Quintino Sicuro, è quanto auspichiamo per le attività delle amministrazioni che si avvicenderanno nei prossimi lustri! La “Nostra” Montegallo, quella dei “Binomi”, quella delle opportunità… reali, quella della intraprendenza, quella dell’impegno, quella che ripercorre la strada dei “Ponti”, mille e mille volte, perchè non crescano più erbacce; quella che sosterrà chi deciderà di piantare il suo “Alberello”, ha aggiunto un altro tassello alla Grande Opera che sta germogliando!

Nella giornata di domenica 22 agosto, una tranquilla passeggiata all’eremo di San Francesco, situato sul colle che sovrasta la frazione di Corbara, si è rivelata evento di grandi emozioni e di fascino quasi surreale! Sono stati con noi, discendenti diretti del Servo di Dio don Quintino Sicuro, per una visita doverosa, visto il tragico destino che il sisma del 2016 ha inflitto a quell’eremo che fu casa di Quintino Sicuro, negli anni dal 1949 al 1954. Eravamo saliti all’Eremo di San Francesco, quella prima volta dopo la costituzione dell’Associazione “Amici di don Quintino” di Montegallo, il 28 agosto 1993, con tantissimi Amici dell’Associazione di Melissano (Lecce) e dell’Associazione di Sarsina (Forlì-Cesena), giunti col pulman ed alcune auto.

Lungo il sentiero che da Corbara conduce all’Eremo, si celebrava la Via Crucis davanti alle edicole che Don Quintino costruì a ricordo dell’Anno Santo 1950. Eravamo saliti all’Eremo per altri 20 anni, fino al 2015, sempre con immutata devozione ed immutato interesse al nostro territorio montegallese. Eravamo saliti all’Eremo, con lo stesso fervore, per altri innumerevoli eventi, tra i quali il pellegrinaggio dell’Associazione “Amici di don Quintino” di Sarsina, che ci regalò un Montegallo ed una Corbara irreale, con l’arrivo di due pulman ed ancora auto! Eravamo saliti all’Eremo con la Corale del SS. Crocifisso di Ascoli Piceno per un Omaggio al Servo di Dio. Il Corpo della Guardia di Finanza, sede di Ascoli e di San Benedetto, furono ospiti graditissimi ed… impagabili, per diverse occasioni create assieme all’allora Presidente dell’Anfi di Ascoli Piceno!

Come potevamo, domenica scorsa 22 agosto, non riassaporare ed esaltare tutte le emozioni che dal 2016 erano state stravolte da una tragedia immane? L’Eremo di San Francesco e le testimonianze materiali della presenza di Don Quintino, sono… macerie! Allo sguardo di Francesca, nipote di Don Quintino, ed agli sguardi dei presenti, appariva una… Corbara mai vista! Gli occhi hanno cercato invano di localizzare l’Eremo, lassù tra gli alberi del colle. Mai, per quei venti anni di presenze, era stata negata loro la visione della mèta!

Ci siamo avviati verso l’Eremo ed abbiamo percorso la strada che serpeggia fra le case di Corbara, quasi schivando i ciuffi d’erba che il “silenzio” ha fatto proliferare, tra le fessure della pavimentazione. La “salita” non era più salita, il “silenzio” non sembrava più silenzio! Essere finalmente lì ed essere noi… pochi o avere dietro di noi le altre 80 o le 100 persone di tante occasioni, l’emozione era fortissima, quella di sempre! La Via Crucis, rappresenta senz’altro l’Atto di Fede che da solo, allevia la fatica del cammino e ti dona energie per raggiungere l’ultima stazione, la quattordicesima! Questa volta però, ahimè, non l’abbiamo trovata! Non abbiamo potuto far nulla perchè “tutto” fosse come sempre! Già in prossimità, la visione della costruzione rimasta in piedi, visibilmente lesionata, ha generato un sussulto in chi aveva sperato fin lì, che… niente fosse vero!

All’arrivo al pianoro, la visione di ciò che non è più, ha fatto trapelare dagli occhi di ognuno, tutte le emozioni sfociate nell’assoluto sgomento! Pochi attimi, poi le parole più opportune hanno riportato ai sentimenti, ai ricordi, alle persone che hanno accompagnato i primi passi dell’Associazione “Amici di don Quintino”, quando, a fine anni ’90, l’Amministrazione Comunale ha accolto generosamente i nostri appelli, ed abbiamo così edificato la fontana e realizzato, lungo tutto il sentiero, una staccionata che, sicuramente, non potremmo più definire… robusta!

Sono quelli, anche gli anni che ci vide realizzare un sogno, sempre grazie all’Amministrazione: col suo diretto interessamento riuscimmo ad intitolare al Servo di Dio, il piazzale di Corbara, costruito da poco tempo. La visione e la triste contemplazione di quel che resta dell’Eremo, non ha però impedito di certo, l’ammirazione per la natura che circonda il luogo! L’albero stracarico di sorbe, sembrava dirci… “Guardate, che ci sono anch’io! Sono da sempre e per sempre quà!” Il pozzo al centro del piazzale, ha dissetato per secoli i “residenti” che si sono dati il… cambio all’Eremo, ora riposa le sue stanche membra! La giovane fontana ormai non teme… confronti! La nostra breve permanenza però, gli ha permesso di esprimere appieno la sua bontà proverbiale! Abbiamo trovato, con il vivo sole agostano, la copertura del pozzo… rovente al punto giusto! Fuori allora dalla borsa la squisita “cacciannanze”, gran parte della superficie invasa dagli appetitosi spicchi, man mano imbottiti con il salume più… indicato, e via subito alla meritata colazione!

Era forse ovvio, pensare che “cose” liete vestite da… sorpresa, Don Quintino ce le avrebbe donate? Avevamo quasi “accontentato” la nostra fame, quando, dal sentiero e dalle inferriate che proteggono le macerie, ecco irrompere tre ragazzini che sembrava non sapessero descrivere la.. stanchezza! Subito dietro di loro, i genitori! Dopo i riti di benvenuto, stavamo distribuendo le porzioni di pizza imbottita e ben… calda, quando da dietro le quinte, vengono verso il piazzale due coppie di appassionati dei nostri monti! Cacciannanze per… tutti! Cacciannanze per tutti! Anche per i nuovi Amici, pizza calda al punto… giusto! I Saluti, per poi lasciare i piaceri della pur breve permanenza nel sacro luogo, ai nuovi arrivati, hanno suggellato la nostra manifestazione e la nostra giornata, resa stracolma di speranze e di desideri da esaudire!


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