ANCONA – L’impatto del Covid sul Sistema sanitario regionale è stato pesante: in un anno i ricoveri sono diminuiti del 21%, gli screening registrano un calo fino al 40%, l’attività ambulatoriale si è ridotta del 50% . E’ quanto emerge dai dati elaborati dalla Cgil Marche, forniti da Agenas-Mes S. Anna, relativi alle strutture pubbliche e private accreditate.

Per quanto riguarda gli ospedali, nel corso del 2020, sono stati garantiti 177 mila ricoveri: una risposta importante nella cura dei cittadini nonostante il caos e le difficoltà causati dall’ondata pandemica. Tuttavia, se si confrontano le prestazioni ospedaliere erogate nel 2020 con quelle dell’anno precedente, si contano 47 mila ricoveri in meno (-21,3%).

“Questi numeri danno la dimensione dell’impatto del Covid sul sistema sanitario regionale e sulle cure degli altri pazienti – spiega Daniela Barbaresi, Segretaria generale Cgil Marche – ma sono importanti soprattutto per definire l’attività di programmazione che la Regione deve mettere in atto per recuperare rapidamente le prestazioni sanitarie non effettuate e per abbattere definitivamente i tempi di attesa. L’annullamento e la sospensione di migliaia di visite, prestazioni specialistiche e ricoveri hanno causato forti disagi e ripercussioni nella salute dei cittadini, esasperando il problema già forte dei tempi di attesa. Il quadro è pesante e, oltre alla necessità di arginare la pandemia, è urgente la massima attenzione anche alle altre patologie il cui quadro si è spesso aggravato”.

Se si osservano le attività non procrastinabili a partire da quelle oncologiche, emerge un forte calo degli interventi per tumore alla prostata (-26%), al colon (-10,5%), per melanoma (-9,4%), tumore alla tiroide (-8,3%) e al polmone (-8,1%). Più contenuto il calo degli interventi per tumore all’utero (-0,5%), alla mammella (-1,2%) e al retto (-2,3%).

Per quanto riguarda le attività di tipo cardio-circolatorio, preoccupa il forte calo dei ricoveri per interventi di by pass aortocoronarico (-27,1%), per ictus ischemico (-17,9%), per interventi di angioplastica (-17,9%) e per infarto (-7,2%).

In crescita, invece le fratture operate entro 48 ore (+2,3%) e le fratture del femore operate entro 2 giorni (+2,3%). Sostanzialmente stabili i parti cesarei (-0,1%).

Nell’annus horribilis, osservando i dati dei ricoveri, ne mancano all’appello 19 mila per interventi chirurgici programmati (-23,3%), 16 mila ricoveri ordinari programmati (-21,1%), 15 mila ricoveri urgenti (-17,7%), 16 mila in day hospital (-29,7%) e quasi un migliaio per diagnosi psichiatriche (-22,6%).

In forte calo risultano le attività di prevenzione e screening: più di una donna su tre non si è sottoposta a esami di screening cervicali (-39,1%) e mammografici (-36,5%). Preoccupante anche il calo degli esami del colon retto (-20,8%). Rispetto al 2019 non sono stati fatti 26 mila screening cervicali, 20 mila mammografici e 14 mila colon rettali.

Pesante l’impatto della pandemia anche nelle attività ambulatoriali dove forte è stato il calo delle prestazioni di specialistica con esenzione E01 (-35,4%), delle visite di controllo (-32,4%), delle visite di controllo per neoplasie (-16,6%) e soprattutto per la prima visita oculistica (-49,2%) e neurologica (-41,0%).

Prestazioni non erogate perché rimaste imbrigliate nelle maglie strette imposte dal Covid ma anche per la mancata richieste dei cittadini, troppo spaventati per varcare le soglie degli ospedali.


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