ANCONA – “Accolta la sospensiva per la caccia alla Tortora selvatica e alla Pavoncella, dimezzato il carniere dell’Allodola (5 capi al giorno per un massimo di 25 l’anno), vietato l’utilizzo di qualsiasi tipo di richiamo per la caccia in deroga allo Storno, escludendo anche i richiami in plastica, tassidermizzati, fissi o mobili comprese le ‘girelle'”.

Sono le associazioni ambientaliste marchigiane (Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf) promotrici del ricorso a riferire le decisioni del Tar Marche: parlano di “un’altra fondamentale vittoria contro la Regione Marche su molteplici aspetti del calendario venatorio regionale, riformato dai giudici in senso più restrittivo e più coerente con le indicazioni dell’Ispra e del Ministero della Transizione Ecologica”.

L’azione al Tar era stata promossa, tramite l’avvocato Tommaso Rossi dello Studio Rossi, Copparoni & partner, per tutelare specie in forte declino o in forte diminuzione. Il provvedimento dei giudici, affermano la associazioni ambientaliste, “è stato preso in perfetta sintonia con il parere espresso dall’Ispra, e in coerenza con le finalità del prelievo in deroga”.

“Le decisioni della Regione – secondo i ricorrenti – avrebbero finito per attirare gli Storni verso le colture protette, anziché allontanarli da esse”. Con la pronuncia, sottolineano, “migliaia e migliaia di esemplari di specie a rischio sono state salvate” dai cacciatori e da ‘sistemi di caccia, contrari alla logica e al buon senso, sono stati cancellati dal Tar Marche”.

“Dopo questa ennesima batosta, – affermano ancora le associazioni ambientaliste – ci permettiamo di consigliare alla Regione Marche di ascoltare un po’ di meno i suggerimenti ‘di parte’ delle associazioni venatorie, ormai ridotte nei numeri e nel consenso sociale e prestare più attenzione invece alle richieste che vengono dalle Associazioni Ambientaliste, che rappresentano in questo momento le istanze della stragrande maggioranza dei cittadini, favorevoli alla tutela del nostro patrimonio faunistico e dell’ambiente”.


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