ANCONA – Di seguito un  comunicato congiunto delle associazioni ambientaliste ed animaliste marchigiane giunto in redazione il 23 ottobre.

Vittoria completa e definitiva delle associazioni ambientaliste ed animaliste marchigiane sulla caccia in deroga allo storno. Dopo le diffide inviate alla Regione Marche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero della Transizione Ecologica e dall’Ispra, è arrivata infatti anche la mazzata finale da parte del Tar Marche che, con un’apposita Ordinanza cautelare, accoglie in pieno il ricorso per motivi aggiunti di Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf  e vieta l’utilizzo di qualsiasi tipo di richiami vivi per la caccia allo storno!

Come si ricorderà il Tar Marche, nella prima Ordinanza cautelare del settembre scorso, aveva già vietato l’utilizzo dei richiami di plastica e tassidermizzati per il prelievo in deroga dello storno.

La Regione Marche ha provato comunque fino all’ultimo a salvare il proprio provvedimento,
depositando il giorno prima della Camera di consiglio, in cui il Tar avrebbe poi dovuto decidere,
una Delibera di Giunta “nuova di zecca”, che cercava di creare ulteriore confusione, sostituendo
alcuni punti dell’allegato alla D.G.R. 827 impugnata e dando modo così al suo legale di chiedere il rinvio della decisione da parte del TAR. Ma grazie alla grande abilità e competenza dell’Avvocato Tommaso Rossi, legale delle associazioni ambientaliste, anche questo disperato tentativo della Regione è stato completamente sventato e smantellato.

Onore al merito, quindi, all’Avvocato Tommaso Rossi, dello Studio Rossi, Copparoni & Partner, perché grazie alla sua bravura, per l’ennesima volta sono state demolite le fragili motivazioni addotte dai legali della Regione Marche e delle associazioni venatorie e si sono creati quindi i presupposti per un radicale cambio di rotta nei prossimi anni in merito alla gestione della fauna selvatica.

Con questa importante vittoria al Tar si chiarisce, una volta per tutte, il concetto di “prelievo in
deroga”, ossia un provvedimento di carattere eccezionale, a cui ricorrere solo in assenza di altre
soluzioni soddisfacenti e che non può quindi trasformarsi in un mero divertimento con cui
abbattere specie protette, peraltro attirandole con i richiami!

Si bissano inoltre i successi ottenuti a settembre nel ricorso contro il Calendario venatorio Marche, con l’accoglimento da parte del
Tar delle nostre richieste di sospensiva per la caccia alla Tortora selvatica ed alla Pavoncella,
entrambe in forte declino nel nostro Paese e quello ottenuto per il dimezzamento del carniere
dell’Allodola, anch’essa in forte diminuzione, a causa della caccia indiscriminata.

Dopo questa ennesima batosta subìta dalla Regione Marche in materia di caccia, speriamo che i nostri
amministratori regionali abbiano imparato la lezione e la smettano una volta per tutte di
assecondare le assurde pretese sparatorie dei cacciatori, si attengano invece alle prescrizioni
scientifiche dell’Ispra, ed ascoltino le richieste delle Associazioni Ambientaliste ed Animaliste, che
rappresentano le istanze della stragrande maggioranza dei cittadini, favorevoli alla tutela della fauna selvatica, patrimonio di tutta la collettività.


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