ANCONA – Nelle Marche il 22,4% dei giovani tra i 12 e i 19 anni non ha ricevuto finora neanche la prima dose di vaccino anti-Covid.

Lo fa sapere l’Ufficio scolastico regionale in base ai dati dell’Osservatorio Epidemiologico Regione Marche e Istat aggiornati all’8 novembre.

In totale sono ora 40 le classi in quarantena (il numero più alto, 14, in provincia di Ancona) di cui 13 di secondaria di secondo grado, 11 di secondaria di primo grado, 11 di primaria, tre dell’infanzia.

Sul fronte vaccini il 76,6% dei giovani ha ricevuto la prima dose di vaccino e il 69,9% ha completato il ciclo. Tra i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni prima dose di vaccino al 71,3% e vaccino completo al 63,5%; nella fascia 16-19 anni invece l’83,9% ha avuto la prima dose e il 76,4% entrambe le somministrazioni. I non vaccinati sono 15.888 tra i giovani 12-15 anni (28,7%); 8.827 nella fascia d’età 16-19 (16,1%). Complessivamente i non vaccinati sono 24.715.

Maglia nera per percentuali di non vaccinati la provincia di Macerata (31,9%; 7.115); seguono Pesaro Urbino (25,3%; 6.729), Fermo (22,9%; 2.756), Ascoli Piceno (21,3%) e Ancona (14,7%; 5.070).

“Ha funzionato il vaccino, non il Green pass: il Green pass è uno strumento che ha portato tanti ma relativamente tanti cittadini a vaccinarsi”. Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli rispondendo a Rainews24.

“Quando è stato introdotto il primo Green pass nelle Marche – ha aggiunto – non è che avessimo un numero bassissimo di vaccinati, di fatto si è incrementata, tra il primo Green pass di agosto e il secondo più recente messo anche nei luoghi di lavoro, la vaccinazione nell’ordine del 10-15%”.

“Alcune di queste persone – ha detto ancora Acquaroli – si sarebbero vaccinate ugualmente. Io ritengo che la vaccinazione, che in Italia è su base volontaria, abbia avuto un effetto positivo; poi su quanto dura la vaccinazione, su quanto gli anticorpi restano nei vaccinati, sull’importanza di quanto è stato realizzato nella vaccinazione contro la pandemia non sono io a dirlo ma i dati scientifici”. Per il Green pass “sarei stato favorevole per alcuni eventi di massa specifici, che possono essere oggetto di aggregazione e assembramento”.

“Non bisogna avere un atteggiamento ideologico, sono d’accordo. – ha affermato – Quando diciamo che il Green pass è sicuro, affermiamo che chi entra in un ristorante e ha fatto il tampone o il vaccino, rende un ambiente sicuro. Io dico che – ha riferito – stamattina dai dati del nostro Centro elaborazione dati, il 47-48% dei positivi di oggi risulta essere vaccinato in seconda dose e mediamente la percentuale in questi ultimi giorni è mediamente oltre la soglia del 40%, intorno al 45%. Quindi chi ha fatto il tampone certifica la sua negatività e chi ha fatto il vaccino ed è ritenuto sicuro…”. “La situazione a novembre del 2020 non è paragonabile con quella del novembre 2021 – ha ribadito però Acquaroli – ed è stato chiaro l’impatto del vaccino, non del Green pass: io confermo che l’effetto del vaccino sulle terapie intensive, sull’area medica e sui contagi, è sicuramente un effetto molto importante”. Invece “lo strumento del Green pass a mio avviso lascia dei dubbi, perché utilizzato per incentivare una vaccinazione che stava comunque funzionando”.


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