ASCOLI PICENO – Di seguito una nota stampa, giunta in redazione il 25 novembre, dalla Questura di Ascoli Piceno.

Nel mese di marzo una trentenne ascolana aveva iniziato una frequentazione con un uomo del luogo di una quindicina di anni più grande di lei, conosciuto tramite amicizie comuni. Le attenzioni dell’uomo, le sue premure ed un’apparente serietà, avevano persuaso la donna a tentare una convivenza con lui.

Per i primi tempi tutto sembrava andar bene, ma lei ignorava che questa persona, purtroppo, era già stato denunciato in passato per violenza domestica e “stalking”. Inoltre, a causa della sua attuale pericolosità sociale, risultava anche essere sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza. Ben presto la donna, madre di una bambina minorenne, si accorgeva di aver commesso un grave errore, considerato che il suo compagno iniziava ad avere nei suoi confronti atteggiamenti violenti e minacciosi, esternando, tra l’altro, una non comune gelosia.

In un’occasione era persino giunto a minacciare di diffondere alcuni video che la ritraevano in atteggiamenti intimi con lui. La donna, profondamente terrorizzata, temendo anche per la sua incolumità fisica cercava una via di salvezza contattando il numero di emergenza della Polizia di Stato. Gli Agenti di Polizia della Questura di Ascoli Piceno, attraverso la Sezione specializzata della Squadra Mobile, si attivavano immediatamente informando compiutamente la locale Procura della Repubblica.

L’Ufficio Giudiziario, percepita la potenziale gravità della situazione, in applicazione delle tutele derivanti dalla procedura definita “Codice Rosso”, assumeva tempestivamente la direzione delle indagini, delegando una serie mirata di accertamenti alla Squadra Mobile e alla Sezione della Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato presso la medesima Procura, ponendo al centro delle attività la verifica degli effettivi rischi per la donna e la sua rapida messa in sicurezza. Immediatamente la vittima veniva allora trasferita in una località protetta, fuori provincia.

Nel contempo gli investigatori della Squadra Mobile e della Sezione della Polizia di Stato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno continuavano nelle indagini e nella raccolta di elementi per chiarire al meglio la vicenda. Inoltre, personale della menzionata Squadra Mobile e del locale Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico iniziavano a monitorare con discrezione l’uomo, per evitare che potesse perseverare nella commissione di ulteriori reati o creare situazioni di pericolo.

Gli elementi accuratamente raccolti, consentivano così alla Procura della Repubblica di chiedere l’applicazione a carico dell’uomo della misura cautelare. Tale richiesta, accolta dal Gip del Tribunale di Ascoli Piceno, che condivideva le risultanze investigative, consentiva l’emissione della misura cautelare restrittiva della custodia cautelare in carcere tra gli altri per il reato di “stalking”, sequestro di persona, minaccia, violenza privata continuata ed il nuovo delitto del revenge porn previsto dall’art. 612 ter C.P..

La stessa veniva eseguita immediatamente dal citato personale investigativo a pochissimi giorni dalla richiesta di aiuto della donna. Adesso la ragazza potrà condurre con più serenità la propria esistenza insieme ai suoi cari. Appare importante, ed estremamente significativo, che l’epilogo di questa triste vicenda sia coinciso con la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fenomeno di primaria importanza per l’attività della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Pieno e della Polizia di Stato della Questura di Ascoli Piceno.

È un forte segnale di attenzione e risposta a questo grave e rilevante fenomeno da parte delle Istituzioni da sempre impegnate in prima linea per prevenire e reprimere questo tipo di reati.


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