ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa giunto in redazione da Raffaele Tassotti.

“Tutto il Consiglio di Amministrazione compatto contro il socio Tassotti che aveva osato denunciare sui media e sulla stampa il colpo di mano messo in atto dall’attuale presidente Cesari Mariano che aveva portato alle dimissioni il presidente legittimo Aldo Mattioli.

Il gotha dell’istituto di credito non aveva gradito la voce dissenziente e aveva incaricato l’avv. Francesco Voltattorni di querelare l’ex Sindaco di Montalto, eletto per cinque volte alla guida del comune sistino, non lesinando il legale nello scagliare accuse di diffamazione aggravata, false comunicazioni, rivelazione di notizie riservate e segrete, pesantissimi insulti, attacco subdolo e grossolanamente falso e per aver infine gettato “un’ombra pesante sulla gestione della Banca del Piceno e sul suo futuro” e altre simili amenità.

Ebbene il Pubblico Ministero, analizzata e valutata quella pregevole letteratura, aveva disposto l’archiviazione perché “il fatto non sussiste”, cioè nulla di quanto scagliato contro il Tassotti aveva il benché minimo fondamento.

Non contento di ciò, con accresciuta animosità, su mandato del presidente Cesari e del CdA della Banca, il legale si è opposto davanti al Giudice per le Indagini Preliminari alla proposta di archiviazione, rincarando la dose di accuse sui presunti misfatti dello storico Sindaco di Montalto.

Ebbene il Gip ha ribadito in toto le conclusioni del Pm e ha messo una pietra tombale sull’iniziativa di Cesari e consiglieri che già pregustavano una condanna per il Tassotti dal momento che si erano riservati azioni singole contro il socio che aveva osato puntare il dito su palesi malefatte. Addirittura nella delibera del CdA alcuni, vestiti da benefattori, destinavano le somme di denaro che il Tassotti avrebbe dovuto sborsare quale risarcimento, alla Croce Azzurra di Montalto!

E’ stata un’operazione che, se fosse andata a buon fine, per loro, avrebbe definitivamente tacitato ogni posizione critica, ogni eventuale lamentela e che avrebbe consentito al CdA e al suo Presidente di continuare impunemente ad agire contravvenendo agli accordi sanciti al momento della fusione tra La Bcc di Castignano/Montalto e la Bcc di Acquaviva/Monteprandone e contro le migliaia di soci che sarebbero stati di fatto privati del diritto di opporsi e criticare, pena iniziative legali.

La motivazione espressa dal Gip è cristallina: “Risulta, infatti, dalla documentazione presentata in uno con la memoria per l’udienza depositata dalla difesa dell’indagato che le dichiarazioni dallo stesso rese e riportate nell’articolo di stampa del 14.4.2020 nonché in un post pubblicato su Facebook aventi ad oggetto, in particolare, la sussistenza di perdite celate da parte della banca, altro non sono che la riproduzione di quanto emerso da documentazione proveniente dal sindacato dei bancari e, segnatamente, da una relazione inoltrata alla direzione della banca ed al consiglio di amministrazione, nel quale proprio si faceva riferimento alle modalità di gestione della banca stessa e alle operazioni di cartolarizzazione delle sofferenze.”.

Il Gip ha riconosciuto che il Prof. Raffaele Tassotti si è comportato da Socio attivamente coinvolto nella vita della Banca ed ha esercitato le proprie prerogative e i propri diritti di Socio.

Nel calpestare con una querela il diritto del Tassotti, il presidente Cesari e il CdA hanno cercato di seppellire i diritti dei soci che, sarà buona cosa, dovranno fare una adeguata riflessione sull’organo eletto, purtroppo online, alla gestione della Banca del Piceno.

Ora il socio Prof. Raffaele Tassotti sta valutando le iniziative per mettere il presidente e i singoli consiglieri in faccia alle loro rispettive responsabilità, anche nei confronti dei Soci che non possono – e non devono – sopportare il costo (che nei prossimi giorni verrà accertato) di un’iniziativa legale rivelatasi infruttuosa, infondata e diffamante verso un Socio”.

 


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