ANCONA – Un passaggio epocale quello di oggi per l’agricoltura biologica nelle Marche: è stato sottoscritto oggi, 13 dicembre, presso l’Aula Consiliare di Palazzo Leopardi, alla presenza del notaio, lo Statuto del “Distretto Biologico Marche – La biodiversità che ci unisce – Società cooperativa” che ha visto la sottoscrizione di tutte le parti rappresentative di quello che si è già preannunciato il Distretto biologico più grande d’Europa:  Cia, Coldiretti, Copagri, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative, Agci.

 Alla firma dell’atto costitutivo era presente anche il presidente della Regione, Francesco Acquaroli che ha evidenziato: “Oggi è il passo fondamentale di una sfida per costruire il futuro, per segnare la capacità di essere all’avanguardia  e di saper aggregare i territori con un obiettivo comune. È un traguardo ambizioso che ha visto la totale adesione e partecipazione dei soggetti coinvolti, i presupposti cioè per fare bene e costruire un futuro solido. Tengo molto a questo settore che è un’eccellenza, orgoglioso che dalle Marche parta una sfida di avanguardia per l’Italia e oltre. Dobbiamo rallegrarci tutti ma anche sentirci responsabili tutti insieme per poter essere protagonisti di un nuovo futuro di sviluppo per le Marche”.

“Con questa formalizzazione – ha ricordato Mirco Carloni – le Marche rilanciano la tradizione dell’essere la culla del biologico italiano e scrivono una nuova pagina della storia dell’agricoltura marchigiana. La nostra regione vanta imprese in continua crescita e una solida filiera legata all’attività di trasformazione e vendita, dove in alcuni ambiti è leader in Italia. Oggi, con i nostri 4.000 agricoltori, siamo tra le regioni con la crescita più alta nel numero di operatori”.

Quindi Carloni ha ricordato l’iter che ha portato alla firma oggi dell’atto costitutivo: “Un percorso cominciato a febbraio con l’approvazione da parte della Giunta dell’atto che ha definito i criteri per il riconoscimento dei distretti del cibo, tra i quali quello del biologico, requisiti che in questo caso hanno voluto favorire l’aggregazione dei tanti imprenditori e trasformatori che da decenni nella nostra regione si occupano di agricoltura biologica. Nei mesi successivi le organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo, le centrali cooperative e la Camera di Commercio della Marche hanno firmato il Patto per il biologico: un documento di intenti con i quali i sottoscrittori e la Regione Marche si sono impegnati a perseguire obiettivi comuni”. Tra questi Incrementare la superficie agricola utile (Sau) coltivata a biologico; potenziare la ricerca, la sperimentazione e la formazione nel settore; tutelare e valorizzare la nostra biodiversità; estendere la certificazione del biologico fino alla tavola dei consumatori; promuovere il consumo dei prodotti biologici nelle mense e nei circuiti commerciali; promuovere le Marche come regione biologica con una elevata qualità della vita per accrescere la loro attrattività turistica.

Oggi l’agricoltura biologica, attraverso la creazione del Distretto e lo strumento dell’aggregazione di categorie, ha tutte le potenzialità non solo per far viaggiare un brand unico delle Marche, ma soprattutto per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, nell’ottica della transizione equa e giusta verso un’economia sostenibile e con impatto ambientale zero.

La Regione conta di poter riconoscere il distretto nel giro di pochi giorni e candidarlo a soggetto con un ruolo primario anche al livello nazionale ed europeo: sarà tra poco emanato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il bando per il finanziamento dei distretti del cibo a cui le Marche potranno aderire anche con il settore del biologico, con contributi per il settore primario e quello della trasformazione alimentare.

Circa 2200 agricoltori avevano manifestato l’interesse a partecipare al distretto per una quota di superficie biologica superiore al 60% di quella biologica regionale. Le imprese di trasformazione del prodotto biologico che hanno mandato la loro pre adesione rappresentano più di 100 milioni di fatturato, “il Distretto Biologico Unico delle Marche – come ha ribadito lo stesso vicepresidente –  ha le potenzialità per divenire il bio distretto più grande d’Europa”.

“La Regione Marche crede fortemente alle potenzialità di questo settore – ha concluso Carloni –  come traino per molti altri comparti e cerniera di uno sviluppo sostenibile anche a livello turistico-ambientale procediamo spediti verso la realizzazione di un distretto biologico e del cibo caratterizzato da un forte brand territoriale che identificherà le Marche come regione Bio per eccellenza, attraverso un incisivo marketing territoriale, una promozione spinta che valorizzi il prodotto in termini di qualità e competitività sui mercati interni ed internazionali”. Infine Carloni ha sottolineato quanto interesse abbia suscitato la recente presentazione del Distretto biologico delle Marche durante l’Expo di Dubai dove gli operatori hanno illustrato obiettivi e attività previste per il rafforzamento del settore bio nelle Marche.


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