ASCOLI PICENO – Si aprirà martedì 25 gennaio, alle ore 20,30, la stagione 2022 del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, promossa dal Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC.

Ad inaugurarla “Mine Vaganti”, prima regia teatrale di Ferzan Ozpetek, adattamento teatrale di uno dei suoi capolavori cinematografici, pluripremiato con 2 David di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’OroPremio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York e Ciak D’Oro come Miglior Film, in scena sia martedì 25 che mercoledì 26 gennaio con un cast d’eccezione, che vede tra i protagonisti Francesco PannofinoIaia ForteErasmo GenziniCarmine Recano Simona Marchini. A completarlo, inoltre, Roberta Astuti, Sarah FalangaMimma Lovoi, Francesco MaggiLuca Pantini, Edoardo Purgatori. La produzione è di Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana.

“La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito, aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola – ha dichiarato Ferzan Ozpetek e ha spiegato:” Ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino, in un posto dove un coming out  susciterebbe ancora scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi, un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli, uno dei quali si dichiara omosessuale, battendo sul tempo l’altro, tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino, per poter marcare quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente”.

“A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare – ha, inoltre affermato il regista. “Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito dello scenografo Luigi Ferrigno, che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi e anche le luci di Pasquale Mari e i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti, fanno la loro parte. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce”.

Per informazioni biglietteria del Teatro tel. 0736 298770.


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