ASCOLI PICENO – In occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla, la Compagnia del Balletto di Roma, con il contributo della Regione Lazio e del Ministero della Cultura e con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Argentina, sta portando in giro per l’Italia lo spettacolo “Astor. Un secolo di tango”, che il 9 e il 10 aprile farà tappa al teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.

Con le musiche di Astor Piazzolla, le coreografie di Valerio Longo, per la regia di Carlos Branca, regista argentino di spicco sulla scena internazionale e profondo conoscitore di Piazzolla, questo viaggio tra le suggestioni e le sonorità del tango è un “concerto di danza”, in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, brillante musicista di fama internazionale, risultano le vere protagoniste di una nuova armonia artistica danzata.

Ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi e dalle preziose immagini di Carlo Cerri, Valerio Longo, insieme a otto danzatori del Balletto di Roma, porterà sul palco, attraverso azioni coreografiche intense, astratte e fuse nel moto ondulatorio magico del bandoneón, un crescendo di respiri, abbracci e fusioni, la cui parola-chiave è “coraggio”. Il coraggio declamato dai testi immortali di Jorge Luis Borges nei suoi tanghi e milonghe e quello dello stesso Piazzolla, che ha rotto gli schemi della musicalità del “tango viejo” per arrivare al “nuevo tango”, che lo ha reso celebre nel mondo grazie alla commistione tra tango e jazz. Uno spettacolo intenso e carico di pathos, dove emergono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato, primo atto d’amore dopo una violenza che ha spazzato via tutto, tranne la voglia di stringersi e di ritrovarsi. Corpi che si uniscono e si fondono svelando le nostre fragilità e debolezze, ma anche quell’energia inesauribile che è creazione, trasformazione, vita.

Sorto dall’esigenza di comunicare tra culture, lingue e tradizioni diverse, il tango ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e qual è stato il percorso che ha indissolubilmente unito umanità distanti in un comune “non luogo”, oltrepassando oceani e confini. Un viaggio che ha coinvolto e coinvolge l’intera umanità attraverso un vortice di riflussi che ne scandiscono il ritmo di arrivi e partenze.

Strumentista d’avanguardia, autore di numerosi brani sia strumentali che vocali, Astor Piazzolla ha ben saputo rievocare i sentimenti degli viaggiatori, andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango e rafforzandone energie, desideri, sentimenti e passioni. Compositore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte nata alla fine dell’ ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires, Piazzolla è considerato uno dei più importanti esponenti della musica argentina e, in generale, uno dei più grandi musicisti del XX secolo per essere riuscito a fare del tango non solo un intenso strumento di comunicazione sia fisica che emozionale, ma soprattutto per aver aggiunto al tango elementi nuovi e originali che lo hanno reso famoso e amato in tutto il mondo.

 


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