ASCOLI PICENO – L’Ascoli continua ad allenarsi in attesa di scendere in campo lunedì 18 aprile quando alle 18 sfiderà il Parma al “Tardini”. A parlare in casa bianconera è Giuseppe Bellusci.

“E’ bello tornare a vivere quella passione che ha sempre contraddistinto questa piazza – afferma il difensore – finalmente dopo tanti anni di buio stiamo facendo tutti qualcosa di importante, a partire dalla società fino al mister, ai giocatori e soprattutto ai tifosi, che stanno tornando in massa e stanno facendo sentire l’amore che provano per la squadra. Lo hanno fatto alla Corte del Sole prima della partita col Pordenone e dopo la partita con la Reggina, si sta ricreando quell’alchimia squadra-tifosi che nei bei tempi c’è stata e ha portato tante soddisfazioni in ogni luogo. Nello spogliatoio c’è stato qualche riferimento ai numeri importanti, che continueranno a crescere nelle ultime ore, siamo convinti che a Parma sarà come giocare in casa. I tifosi stanno dimostrando grande attaccamento e tanta passione. Credo che negli ultimi anni, complici le difficoltà della squadra e quelle legate al Covid, tanti giocatori non abbiano visto realmente le capacità del tifoso ascolano. Sì, posso raccontarle, ma quando le vivi è un’altra cosa, l’esperienza rende davvero particolari le situazioni. Tanti ragazzi si stanno rendendo conto di cos’è il tifo ascolano e di quanto amore c’è in questa piazza. Iachini è un allenatore navigato, ha fatto molti anni in B e ha vinto tanto, sarà una partita molto difficile perché il Parma ha un po’ steccato l’obiettivo iniziale, quindi proverà a chiudere il campionato in bellezza e fare più punti possibile, sarà una partita tosta”.

Botteghin non lo scopro io, ha una carriera importante – continua Bellusci parlando dei suoi compagni di reparto – arrivava qui da un calcio diverso, ma è stato molto bravo ed intelligente a calarsi immediatamente nelle richieste dell’allenatore, non era facile. Ho avuto la fortuna di giocare due anni in Inghilterra, un calcio simile a quello olandese, in cui ha giocato Eric, ma molto diverso da quello italiano. E’ stato difficilissimo l’adattamento per me che arrivavo dall’Italia, figuriamoci come lo è stato per un ragazzo che non parlava la lingua ed era reduce da principi e idee calcistiche totalmente differenti dalle nostre. Per questo va fatto un applauso ad Eric, grande professionista e grandissima persona, sta disputando un ottimo campionato. Danilo Quaranta per me è un giocatore fortissimo, l’ho detto anche dopo la partita di Cosenza, la prima che abbiamo giocato insieme, deve crescere in alcuni aspetti e deve farlo velocemente perché ha l’età giusta per imporsi in un campionato come questo. Il mio obiettivo è non prendere gol, poi tutto quello che viene in più è oro, ma non mi ha mai assillato particolarmente la rete. Va detto che i difensori hanno fatto la loro parte in termini di gol, Eric più volte, Salvi, Falasco e Bashirotto, a segno in tre occasioni. Come numeri nel reparto difensivo ci siamo, poi ognuno ha il suo mestiere, il difensore deve difendere e l’attaccante segnare”.

“Ero convinto della scelta di Ascoli dopo Monza – prosegue il centrale raccontando il suo ritorno con la maglia bianconera – chi non era convinto erano gli amici, la famiglia, il procuratore. Noi, che siamo di Ascoli e conosciamo la realtà, sappiamo che nell’ultimo periodo c’è stato il ritorno di Gigi Giorgi, mio grandissimo amico, il suo è stato un ritorno sfortunato, per via degli infortuni, per il periodo calcistico, per le difficoltà della squadra e ha pagato a caro prezzo la scelta di cuore. Le scelte di cuore a volte fanno male, ma io ero convinto che era il momento giusto e avevo voglia di tornare a casa mia dopo tanto girovagare. Avrei voluto farlo anni prima, ma non c‘erano stati i presupposti, che invece si sono verificati quest’anno. Ed è bastato un minuto per rifare il matrimonio. La fascia da capitano contro il Monza? Purtroppo il risultato non è andato come desideravo. Per me è un’emozione grande, al di là della fascia, ogni volta che scendo in campo con la maglia che sognavo da bambino e con la squadra per cui faccio il tifo. E’ sempre un’emozione, la fascia è qualcosa in più, ma abbiamo i senatori, gente che l’ha indossata e ha fatto bene per il gruppo e ha fatto bene fuori dal campo, non mi permetterei mai di intaccare un tale prestigio, è giusto che ci siano delle gerarchie”.


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