ASCOLI PICENO – L’emendamento al Dl Crisi Ucraina recentemente varato dal Parlamento esclude di fatto circa l’80% delle micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia.

Tra le novità introdotte dall’ultimo emendamento spicca infatti l’obbligo di attestazione Soa previsto a partire dall’1 gennaio 2023 per le imprese esecutrici dei lavori ammessi a usufruire dei bonus edilizi di importo superiore a 516.000 euro.

Si tratta dell’ennesima incombenza burocratica che tra qualche mese andrà a gravare sulle imprese del Piceno e di tutta Italia, già messe a dura prova da una serie di procedure decisamente articolate e da complicazioni legate alla cessione del credito – con centinaia di imprese che hanno offerto lo sconto in fattura ai propri clienti e si trovano ora a far fronte con un’improvvisa precarietà in termini di stabilità finanziaria – e al ruolo svolto dagli istituti bancari in un momento storico determinante per la ripresa del tessuto economico locale e nazionale.

Allo stato attuale, infatti, a fronte di 750.000 attualmente attive nel mercato della riqualificazione, quelle in possesso di qualificazione Soa risultano essere meno di 20.000. Un dato piuttosto eloquente, che evidenzia al meglio le contraddizioni della barriera burocratica adottata dal Parlamento.

La Cna Picena esprime dunque preoccupazione per l’introduzione di un’ulteriore complicazione nell’accesso agli ecobonus da parte di imprese e cittadini di un territorio profondamente ferito dal sisma e che da ormai troppo tempo attende risposte concrete in termini di sostegno alla ricostruzione e alla riqualificazione edilizia.

Oltre ad escludere le imprese che non lavorano per gli appalti pubblici estendendo al settore privato un sistema originariamente pensato per il pubblico, le attestazioni Soa non risultano peraltro sufficienti a determinare la qualificazione delle imprese edili, né hanno dimostrato particolare efficacia nel contrasto delle frodi. In questo senso, l’unico effetto pratico della nuova normativa rischia di essere rappresentato da un ulteriore rallentamento dell’esecuzione dei lavori e dall’apertura di un business rilevante per le società che rilasciano le attestazioni in questione, paralizzando potenzialmente un settore trainante per la ripresa come quello delle costruzioni.

“La scelta compiuta dal Governo metterà a repentaglio investimenti cruciali per la ripresa del Piceno – dichiara Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – Come associazione siamo costantemente al fianco di chi rispetta le regole, ma è necessario che le istituzioni facciano un passo indietro allentando la morsa burocratica e concedendo maggiore libertà di manovra alle imprese per non vanificare l’opportunità rappresentata dagli ecobonus”.

“Per poter lavorare al meglio i nostri imprenditori devono poter fare affidamento su linee guida certe e condivise, che non contemplino i continui stravolgimenti a cui stiamo assistendo ormai da settimane – afferma Arianna Trillini, presidente della Cna di Ascoli – L’obbligo di attestazione Soa costituisce l’ennesimo ostacolo burocratico posto sulla via dell’ecobonus. Avvertiamo l’esigenza, piuttosto, di una legge che riconosca il profilo professionale identificando i reali requisiti di idoneità delle imprese edili”.


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