ANCONA – “Una grave mancanza di conoscenza sul tema del reddito di cittadinanza o un atteggiamento strumentale, forse per coprire le proprie mancanze”.

E’ l’accusa mossa da Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, alle varie associazioni datoriali che, in questi giorni, stanno criticando il reddito di cittadinanza come fosse la causa di tutti i mali per la difficoltà di reperire personale.

Secondo una ricerca dell’Ires Cgil Marche, al 31/12/2021, nella regione, i percettori di questa misura che  risultano occupabili sono 8.400, quelli fino a 29 anni sono circa 1500. “Dunque, – rilancia Santarelli – stiamo parlando di numeri irrisori rispetto a quella che è la domanda degli imprenditori. Inoltre, si parla di persone che non hanno alcuna formazione e caratteristiche di occupabilità rispetto a quello che è il bisogno delle aziende nella ricerca di determinate figure professionali”.

Non solo: i dati Inps dimostrano che le retribuzioni medie lorde annue nei settori dell’alloggio, dei servizi e della ristorazione, nelle Marche, ammontano a 5.600 euro lordi annui. “Insomma – conclude Santarelli –, o le imprese stanno proponendo lavori da fame o, dietro a questi settori, si cela molta illegalità e lavoro nero. Forse, in un periodo come questo, sarebbe preferibile lanciare una campagna contro il lavoro nero e la precarietà”. A conti fatti, “sarebbe auspicabile, già per la prossima stagione, affrontare questi problemi di carenza di figure professionali avviando da subito un confronto tra le parti. Il tutto coinvolgendo anche le istituzioni ed evitando così di arrivare all’inizio di stagione per accorgersi che manca il personale specializzato”.


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