ASCOLI PICENO – La Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu) di Area Vasta 5, ha rivolto una lettera al Presidente Giunta Regione Marche Francesco Acquaroli, all’Assessore Regionale al Bilancio Guido Castelli, all’Assessore Regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, al Direttore Generale ASUR Nadia Storti, al Direttore Amministrativo ASUR Pierluigi Gigliucci.

Di seguito ne riportiamo integralmente il contenuto:

Gentilissimi Signori, 

 gli artt. 43 e 46 del CCNL 1994-1997 parte normativa e 1994-1995 parte  economica –Comparto Sanità- facendo riferimento a valori e parametri di spesa del personale  relativi all’esercizio 1993, introdussero nuovi criteri per il calcolo dei fondi da destinare, quale  salario accessorio, al personale dipendente di ciascuna Azienda. Detto salario accessorio era ed è  tutt’ora finalizzato, per la quasi totalità del suo ammontare, per il pagamento di indennità  sostanzialmente fisse, sancite dagli stessi CCNL. 

Nella determinazione dei fondi, causa gli spazi interpretativi delle norme di riferimento, si  verificarono, a parità di condizioni, quantificazioni fortemente differenziate. 

Le successive norme contrattuali e la legislazione disciplinante il contenimento della spesa  pubblica tolsero ogni potere discrezionale alle singole Amministrazioni per il riequilibrio delle  risorse economiche.

Le interpretazione penalizzanti e restrittive “ab origine” delle norme disciplinanti la  costituzione dei fondi, in alcuni casi, hanno compromesso la stessa funzionalità dei servizi. 

La citata differenziazione comporta che, storicamente, all’Area Vasta 5 vengano assegnate  risorse inferiori di 1.000 euro a dipendente, rispetto alle altre Aree Vaste della regione, così per un  totale complessivo di 2 milioni di euro di minor finanziamento. 

Tale grottesca situazione ha comportato per gli esercizi 2015, 2016 e 2017 uno  splafonamento di detti fondi pari ad € 945.403,86. 

Tenuto conto che non è possibile spendere più della somma stanziata, alla stessa Area  Vasta 5, a cui di norma non sono sufficienti i fondi stanziati annualmente, fu imposto, per gli  esercizi 2018, 2019 e 2020, il recupero dello splafonamento sopra evidenziato. Nell’esercizio  2021, sempre per la citata carenza di fondi, le indennità contrattuali legate al pagamento delle  turnazioni, festivi, notturni, notturni festivi e straordinari, furono bloccate al 30 settembre del  medesimo anno. A seguito della dichiarazione dello stato di agitazione di tutto il personale  dipendente, tra la Parte Pubblica e quella Sindacale si conseguì l’intesa di utilizzare altri fondi del  Comparto per consentire i citati pagamenti delle indennità con l’assicurazione che la Regione  Marche e l’ASUR avrebbero rimpinguato il prestito avuto attraverso l’inserimento di nuove risorse  da attingere a quelle stanziate per il Covid nonché in applicazione del “Decreto Calabria”

Il recupero dei fondi splafonati è stato realizzato dalla Parte Datoriale attraverso la violazione  di specifiche disposizioni contrattuali con conseguenti penalizzazioni per il personale dipendente  concretizzatesi con i mancati pagamenti di attività lavorative, regolarmente prestate oltre il  normale orario di lavoro, in applicazione dei turni di servizio; attraverso l’applicazione di turni  parimenti illegittimi; la mancata attribuzione di fasce economiche; il mancato riconoscimento delle  professionalità espresse; la drastica riduzione delle risorse da destinare alla performance, così  come sancito dal D.Lgs. 150 del 27 ottobre 2009. 

A fronte di tali inaccettabili iniquità perpetrate in danno ad una parte del personale  dipendente della stessa ASUR, il Consiglio Regionale Marche, in data 21/03/2017, con Legge n.  8, all’art. 8, comma 1, letteralmente sancì: “La Giunta Regionale, entro trenta giorni dalla data di  entrata in vigore di questa Legge, adotta, con riferimento agli Enti del Servizio Sanitario  Regionale, linee di indirizzo finalizzate a superare le disparità relative al trattamento economico  accessorio per il personale che svolge le medesime attività”. 

Orbene, a distanza di oltre cinque anni dall’entrata in vigore della citata disposizione  normativa, questa RSU ritiene che la Regione Marche debba dare immediata concreta attuazione  a quanto dalla stessa legiferato. 

E’ inutile sottolineare che l’operazione di riequilibrio debba essere attuata entro il corrente  esercizio in permanenza dell’ASUR. In mancanza, con il nuovo Ordinamento della Sanità  Regionale che dovrebbe comportare l’autonomia giuridica delle singole Aree Vaste, tale processo  di perequazione non potrebbe essere più attuato con i risvolti che ben si possono immaginare. 

Distinti saluti.


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