di Yan Tsymbal

ASCOLI PICENO – In una fase delicata come quella che migliaia di aziende del Piceno stanno attraversando, la grave difficoltà riscontrata dagli imprenditori nel reperire manodopera, specie in settori chiave del tessuto economico locale come quello delle costruzioni o del benessere, rappresenta un campanello d’allarme di cui il prossimo Governo dovrà necessariamente tener conto, al pari degli effetti devastanti sulle tasche di chi fa impresa del vertiginoso aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.

Si tratta di una problematica emersa e ormai ben nota da diversi anni a questa parte ma che oggi, in assenza di politiche finalizzate a selezionare e qualificare lavoratori sia italiani che provenienti da altri paesi, rischia di pregiudicare le sorti di tante piccole realtà locali alle prese con una ripartenza che, in mancanza di un’adeguata forza lavoro, si prospetta inevitabilmente piena di insidie.

Meno personale, meno lavoro, meno benessere per il territorio: una tendenza a dir poco preoccupante, acuita dall’indiscriminata applicazione di strumenti di sostegno al reddito che, anziché tendere una mano alle situazioni di reale povertà, disincentivano la disponibilità di lavoro da parte dei beneficiari, alimentando peraltro forme di concorrenza sleale.

Per questa ragione, sulla scia degli importanti risultati ottenuti negli ultimi anni grazie all’attivazione di percorsi mirati nei diversi settori economici, la Cna di Ascoli Piceno ribadisce la necessità di proporre un modello di formazione continua a partire dall’istruzione tecnica superiore, a beneficio di chi intente muovere i primi passi nel mondo del lavoro ma anche di chi fa impresa.

Un punto fondamentale per trasmettere competenze e dare nuova linfa al mercato del lavoro, che in questo modo arriverebbe a poter contare su imprese più competitive ed in grado di offrire beni e servizi di alta qualità.

Formazione da un lato, contrasto all’abusivismo dall’altro. Garantire il rispetto della legalità e la sicurezza di cittadini e imprese è un dovere fondamentale dello stato. Per questo, la Cna Picena chiede che il prossimo Governo intensifichi l’attività  di prevenzione, accertamento, repressione e sanzionamento nei confronti di quei reati spesso tollerati ma che quotidianamente penalizzano le imprese oneste, mettendo al tempo stesso a repentaglio la sicurezza dei clienti.

“L’abusivismo rappresenta una grave minaccia per gli imprenditori che ogni giorno, con abnegazione e sacrificio, rispettano le regole – sottolinea Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – Come associazione portiamo avanti da anni un’importante battaglia per garantire le dovute tutele a chi fa impresa in modo sano e onesto. Gli imprenditori vanno aiutati e non lasciati in balia di un regime di concorrenza sleale, e aiutarli significa anche metterli nella condizione di poter investire e assumere attivando nuovi percorsi di formazione in grado di sostenere la transizione tra il mondo della scuola e quello del lavoro e facilitare l’incontro tra domanda e offerta”.

Una necessità avvertita in particolar modo tra le imprese attive nel campo del benessere, un settore messo a dura prova dalle restrizioni degli ultimi anni. La ripresa dello scorso anno, infatti, non è bastata a ripristinare i livelli di attività precedenti all’emergenza sanitaria, con il caro energia e la difficoltà nel reperire nuove figure da formare a rappresentare due gravissime incognite sulla vita degli imprenditori.

A questo proposito, Cna ha condotto un’indagine nazionale tra acconciatori ed estetiste per conoscere più da vicino le condizioni delle aziende e far luce sulla voglia di rilancio di chi, nonostante le avversità, continua a fare imprese per il bene dei clienti da sempre.

In particolare tra i dati più interessanti spicca quello relativo al 61,4% degli imprenditori denuncia gravi difficoltà nel reperire risorse umane adeguate alle esigenze. Il 68,7% degli imprenditori ha intenzione di partecipare a corsi di formazione professionale entro la fine dell’anno, con un 41,7% di intervistati che ha intenzione di coinvolgere anche i propri dipendenti. Si tratta di una scelta voluta e non dovuta, dettata soprattutto dall’esigenza di migliorare le proprie competenze e differenziare la propria offerta, anche alla luce del fatto che circa i due terzi del personale assunto, dispongono già di qualifica professionale.

L’aumento dei costi energetici e di esercizio, inoltre, costringerà il 53,1% dei centri a rivedere il listino prezzi, una scelta non certo fatta a cuor leggero ma ormai inevitabile, legata anche alla concorrenza irregolare che per il 14% delle imprese rappresenta un pericolo concreto.

Nonostante i diversi elementi di incertezza il costante aggravio di costi, le imprese si mostrano intenzionate ad avviare azioni di rafforzamento della loro offerta e della loro capacità competitiva. Non a caso, circa la metà degli operatori intende aumentare lo standard dei servizi offerti, mentre il 42% propone di dedicare maggiore attenzione alla sfera del marketing. Il 17,9%, inoltre, vorrebbe rinnovare i locali entro l’anno, a fronte di un 27,2% che ha già scelto di dotarsi di
nuove attrezzature o macchinari.

“Questi dati devono far riflettere sulla professionalità e sulla passione messe in campo ogni giorno dai nostri imprenditori – afferma Arianna Trillini, presidente della Cna di Ascoli Piceno – Le limitazioni sul piano sanitario, l’aumento incontrollato dei costi e la carenza di personale evidentemente non bastano a scoraggiare chi nonostante tutto continua a investire tempo e denaro sul territorio, ma è necessario che il nuovo Governo sostenga in maniera concreta i nostri imprenditori attraverso incentivi e riforme che possano contribuire attivamente alla ripresa del tessuto economico e imprenditoriale del Piceno”.

 

 


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