APPIGNANO DEL TRONTO – Si è svolta ad Appignano del Tronto la cerimonia di inaugurazione degli spogliatoi al Campo sportivo e l’intitolazione a “Mimì D’Angelo”.

La Sindaca Sara Moreschini ha illustrato i lavori eseguiti, tre i progetti in campo, il primo, il finanziamento più corposo dal fondo Sport e periferie per circa 160 mila euro, ha garantito la rigenerazione e completamento del campo sportivo, in particolar modo degli spogliatoi, questo finanziamento ha consentito di ammodernare e mettere a norma gli spogliatoi, ristrutturando l’immobile esistente e realizzando un ampliamento, con conseguente nuova disposizione degli spazi interni, dimensionati secondo le attuali disposizioni CONI; tutta la struttura è anche adeguata di servizi per essere fruita da utenti diversamente abili.

Il secondo progetto invece con un finanziamento di circa 28 mila euro provenienti dal Decreto crescita ci ha consentito di realizzare una nuova centrale termica con l’installazione di pannelli solari per il risparmio energetico.

Il terzo progetto con lavori per circa 26 mila euro finanziato con fondi di bilancio comunale ci ha consentito di realizzare un nuovo impianto di irrigazione del manto erboso, più moderno, automatico e più efficiente.

E’ stata scoperta la targa dedicata a Mimì D’Angelo purtroppo scomparso prematuramente, un momento molto emozionante in cui abbiamo ricordato insieme alla sua famiglia e a moltissimi amici e conoscenti, Mimì, un amministratore attento e competente, che si è occupato di sport e tanto altro durante la sua vita da amministratore.

Il ricordo di Mimì è stato raccontato da Pierluigi Grelli, che con lui ha lavorato in amministrazione comunale e condiviso passione politica e anche sportiva:

Per chi, come Mimì, è profondamente incline alla socialità e all’amicizia lo sport rappresenta l’ambiente ideale dove coltivare e misurare le proprie passioni; e fra tanti sport, il calcio è l’archetipo della socializzazione, del confronto e dello scontro, della competizione di gruppo. Il calcio è la disciplina dove si passa la palla, ci si sacrifica per gli altri, si corre fino alla fine, dove l’esito non è mai scontato e può bastare un colpo di genio per ribaltare un risultato. Un pò come la sua vita politica: uno slancio estremo verso l’impossibile, fino a raggiungere una vittoria insperata, ma che non può non arrivare. Questo era Mimi e questo è il calcio.

Al calcio ha dedicato tanto del suo tempo: ha contribuito a mettere su un gruppo che è diventato squadra, a farlo crescere. Compagno nello spogliatoio e stratega sugli spalti, sapeva studiare avversari, intercettare promesse da contattare per la prossima stagione. Nessuno dei giocatori che hanno calpestato questo campo può dimenticare il suo entusiasmo, la sua passione, lo spirito giusto che serviva per consolare una sconfitta. Un Capitano che giocava e che correva, anche senza palla. Con lui si è avviato un percorso dal nulla. Ci si è sacrificati per alimentare una passione da far condividere ad altri.

Come dimenticare le preoccupazioni alla vigilia delle partite, i preparativi per le trasferte, le ingiurie per i rigori negati, gli striscioni improvvisati, i commenti a fine gara, la ricerca disperata di allenatori impavidi per agganciare una salvezza. E l’estate a girare per rimediare qualche soldo utile a garantire una ripartenza.

Al di là di tutto questo, oltre le emozioni sportive, resta indelebile uno sguardo sorridente e senza tempo, di chi sembra sapere istintivamente che prima o poi quel pallone finisce in rete.



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